Un viaggio alla scoperta dei giovani 20-30enni bergamaschi
Un'indagine sui giovani svolta dall'Ufficio Pastorale dell'Età Evolutiva della diocesi di Bergamo in vista del Sinodo dei Giovani del 2018.
Premessa
Nell’estate del 2017, provocata dall’indizione del Sinodo dei Vescovi su “I giovani, la Fede e il discernimento vocazionale”, la Diocesi di Bergamo avvia alcune azioni che le permettano di assumere la proposta della Chiesa Universale e al contempo di animare il proprio territorio. Qualche settimana dopo, il titolo della lettera pastorale scritta dal vescovo Francesco Beschi per l’anno a seguire, “Un cuore che ascolta”, dice bene quale vuole essere il tratto principale di queste azioni: l’ascolto. In un tempo in cui molti hanno già detto e scritto sui giovani, la prerogativa principale rimane quella dell’orecchio teso verso di loro.
Le modalità di questo ascolto vogliono essere fin da subito molteplici e condivise. “Sinodo” infatti significa letteralmente “camminare insieme”. Ed è infatti “insieme” che la Diocesi di Bergamo ha condotto questo ascolto. Come si può evincere dai contributi raccolti in questa pubblicazione, sono stati chiamati in causa tutti i livelli e le modalità possibili di partecipazione: le parrocchie e gli oratori, le associazioni e i movimenti ecclesiali, l’Università degli Studi di Bergamo, le Istituzioni Civili, il Terzo settore, il Centro Servizi del Volontariato, le associazioni giovanili in genere. La fitta rete di interazioni, ha permesso fin da subito inediti scambi di prospettive ma soprattutto contaminazioni di saperi decisamente interessanti.
I protagonisti
Una nota importante riguarda i protagonisti principali di tutto questo lavoro: i giovani stessi. In un tempo in cui molti li considerano semplicemente gli oggetti e i destinatari del loro lavoro, le parti coinvolte dalla Diocesi condividono di lasciare il protagonismo ai giovani stessi. Si mettono quindi all’opera giovani animatori, giovani universitari, giovani professori e giovani ricercatori: una scelta che non ha per niente avuto ragioni economiche (e tutti capiamo il perché di questa affermazione) ma che semplicemente ha voluto onorare quanto Papa Francesco ebbe modo di dire:
“Un Sinodo dal quale nessun giovane deve sentirsi escluso! Qualcuno potrebbe dire: “Ma… facciamo il Sinodo per i giovani cattolici… per i giovani che appartengono alle associazioni cattoliche, così è più forte…”. No! Il Sinodo è il Sinodo per e di tutti i giovani! I giovani sono i protagonisti. “Ma anche i giovani che si sentono agnostici?”. Sì! “Anche i giovani che hanno la fede tiepida?”. Sì! “Anche i giovani che sono lontani dalla Chiesa?”. Sì! “Anche i giovani che – non so se c’è qualcuno… forse ci sarà qualcuno – i giovani che si sentono atei?”. Sì! Questo è il Sinodo dei giovani, e noi tutti vogliamo ascoltarci. Ogni giovane ha qualcosa da dire agli altri, ha qualcosa da dire agli adulti, ha qualcosa da dire ai preti, alle suore, ai vescovi e al Papa! Tutti abbiamo bisogno di ascoltare voi.”
La presenza massiccia dei giovani ha determinato in maniera evidente i contenuti e i modi dell’ascolto. Innanzitutto il titolo del progetto stesso: Young’s – All YOUng need is! Ovvero giovani che si adoperano innanzitutto per altri giovani e che quindi hanno bisogno di loro. Giovani che chiedono il contributo di altri giovani perché vogliono scrivere pagine di cronaca bianca su di loro e sui loro coetanei. Giovani che non escludono gli adulti ma che, protagonisti del loro lavoro, ne accolgono le osservazioni e provano ad incrociarle con i loro vissuti. Giovani che, anche se un po' tremanti di fronte alla sfida posta da Papa Francesco con l’indizione del Sinodo, provano a dare il loro contributo ad una Chiesa che si interroga su come tornare ad annunciare in maniera significativa e generativa il Vangelo di Gesù Cristo a loro e ai loro coetanei.
Contenuti e metodi
Le modalità di lavoro più particolari poi, sono state varie e hanno permesso l’elaborazione dei contributi di questa pubblicazione. Innanzitutto il camper quale esperienza ludica per facilitare l’avvicinamento dei coetanei ma soprattutto “segno” (simbolo!) di una “chiesa in uscita” ovvero di un gruppo di giovani che ha provato “fisicamente” ad uscire e ad incontrare i volti e le storie di altri giovani loro coetanei. Poi l’Università di Bergamo attraverso il suo dipartimento di scienze umane e la professionalità di Stefano Tomelleri, Martino Doni, Roberta Bova e degli studenti laureandi del loro corso di studi. Un ascolto attento non può fermarsi alla sola dimensione informale: chiede una maggiore formalità, fatta di tempo e di approfondimento scientifico. Non sono mancate le parrocchie e gli oratori così come le associazioni e i movimenti ecclesiali: da sempre la Chiesa ha avuto a cuore i giovani e si interroga con e per loro. Qui è stato prezioso soprattutto il lavoro fatto con gli adulti così come con i giovani che ancora partecipano alla vita delle comunità cristiane. È stato prezioso anche l’apporto del Terzo settore che ha permesso l’incontro con alcuni mondi giovanili non immediatamente coinvolti nei circuiti ecclesiali. Da ultimo non è mancato il confronto con un polo altrettanto scientifico come l’Università: quello della Scuola di Teologia del nostro Seminario Vescovile. Le informazioni raccolte con il lavoro di ascolto, hanno bisogno di essere rilette e rilanciate, perché i territori e in particolare le comunità cristiane si preparino ad accogliere ciò che la Chiesa universale ci consegnerà con l’Esortazione post sinodale nella primavera 2019.
Un’altra sottolineatura importante riguarda i contenuti del progetto Young’s. I giovani impegnati non sono voluti partire dalle teorie ma dalla vita reale dei loro coetanei, in tutti i suoi aspetti. In altre parole, dai vissuti, dalle storie personali fatte di studio, lavoro, casa, tempo libero e anche spiritualità. Questi sono gli ambiti di indagine che loro hanno individuato perché intessono profondamente le loro relazioni e i loro affetti. Non si dà vita, e tantomeno fede cristiana, se non si tiene conto della storia personale di ciascuno e non si fa la fatica di intrecciarla con quanto la storia più grande della nostra cultura e della nostra società ci consegna. L’altro, e i giovani in particolare, non sono solo un contenitore da riempire con i saperi acquisiti dalla tradizione. L’altro rimane sempre un mistero da scoprire e di fronte al quale non possiamo mai dire di sapere tutto. A questa indisponibilità occorre educarsi: incontrare, ascoltare, conoscere e riconoscere sono stati i passi preziosi che i giovani del progetto Young’s ci hanno consegnato.
Per conoscere i risultati
- Consultare il sito www.beyoungs.it: scoprirete il viaggio che il camper ha compiuto lungo il territorio della provincia di Bergamo, i tipi sociali emersi dalla ricerca scientifica e storie e stili di vita dei giovani. Potrete anche lasciare il segno del vostro passaggio, dicendo la vostra attorno ai cinque temi che hanno guidato l’ascolto: la casa, il lavoro, il tempo libero, la spiritualità e le relazioni.
- Contattare il Centro Oratori di Bergamo al 338-3747132 per ricevere la pubblicazione Young’s nella quale si raccolgono premesse, risultati e riletture scientifiche di quanto emerso dalle parole dei giovani.