Dall'ascolto alla fiducia

Gli adolescenti dell'oratorio di San Pellegrino sono protagonisti anche nel bisogno: ci si confronto per crescere insieme.

Non c’è comunicazione - e non c’è Cre - senza ascolto e senza fiducia. All’oratorio di San Pellegrino Terme, il Cre parte proprio da qui: dall’accoglienza del vissuto degli adolescenti e dal desiderio di responsabilità che portano con sé. Da questi due anni caratterizzati da fatiche non indifferenti, l’oratorio ha tratto diversi insegnamenti che sono diventati alcuni dei mattoni attraverso cui hanno costruito il Cre che stanno vivendo oggi. La suddivisione nei piccoli gruppi, per esempio, è l’aspetto che dà a tutti la possibilità di trovare il suo spazio e il suo libero modo si esprimersi.

L’ascolto degli animatori pone le sue radici nella formazione. I primi incontri formativi fatti in piccoli gruppi, sono serviti per conoscersi più a fondo e dare a ciascuno la possibilità di raccontare esigenze, aspettative e desideri rispetto al Cre e, in senso più ampio, all’oratorio. “La tematica delle emozioni è stata messa subito in risalto anche dagli adolescenti -sottolinea Monica Valle, educatrice dell’oratorio di San Pellegrino-. Avevano bisogno di essere ascoltati e così abbiamo pensato a dei momenti all’interno del Cre dedicati solamente a loro in cui dare anche più tempo per far emergere e comunicare il loro vissuto emotivo”. Ogni lunedì mattina, animatori, coordinatori e don si ritrovano in oratorio per un momento comune di raccordo e confronto. Dopodiché, gli adolescenti di prima e seconda superiore vivono un ulteriore momento personale in cui possono dedicarsi alle loro emozioni. “Questa non solo è la fascia d’età più delicata, ma è quella che ha più subito l’impatto della pandemia -aggiunge Monica-. Per questo motivo abbiamo scelto di creare un’attività che sia uno spazio tutto loro in collaborazione con il consultorio. Sei psicologi li aiuteranno a rileggere le loro emozioni, li alleneranno a condividerle attraverso la comunicazione e li aiuteranno a rielaborare i conflitti. Questi adolescenti hanno bisogno di dare valore al rapporto oltre alle fatiche relazionali. Ci possono essere, ma tutto sta nel come si rileggono e quale peso gli si dà. È un esercizio importante per andare oltre ai momenti di scoraggiamento che possono esserci nella relazione con l’altro”.

Dall’ascolto si passa alla fiducia. Una volta creata la squadra degli animatori, la comunicazione è ciò che farà da collante per tutto il Cre e sarà anche lo strumento grazie a cui si creeranno delle relazioni dal grande valore. “Entrando in contatto con gli adolescenti -conclude Monica- abbiamo notato come ci sia un bisogno crescente di fiducia. Non solo a parole, ma anche a livello pratico. Affidare loro delle responsabilità è il primo passo per farli crescere. Al Cre, gli adolescenti hanno la possibilità di sperimentarsi e sbagliare perché è un luogo in cui possono sempre trovare qualcuno che li accompagna anche nella comprensione dell’errore. È importante esserci e comunicare con loro costantemente. Inoltre, per ‘raggiungere’ ancor meglio gli adolescenti, abbiamo chiesto a dei giovani di collaborare su alcuni aspetti del Cre. Coinvolgendoli l’obiettivo è quello di interagire meglio con gli animatori e di far fruttare quest’esperienza anche durante il resto dell’anno. La comunicazione al Cre non rimane semplicemente dentro al Cre, ma è una rete che si estende e raggruppa tutta la comunità. Ci dà l’opportunità di metterci sempre di più al servizio delle giovani generazioni con tante risorse differenti”.
 
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