Essere animatori è una sfida quotidiana
Corso Centrale 2023: tanti adolescenti coinvolti nel percorso pensato per gli animatori d'oratorio
Giovane età, qualche CRE alle spalle, tante domande per sé e per gli altri: questo l’identikit di un adolescente che si imbatte nell’avventura del Corso Centrale combattendo la sveglia presto la domenica mattina, ma con la carica giusta per affrontare qualunque tipo di sfida. Perché il Corso Centrale è un’esperienza sfidante che ti dà l’opportunità di alzare lo sguardo dal proprio io e dalla cerchia di amici per confrontarsi con coetanei mai visti. La forza della proposta risiede nell’avere una meta comune: essere animatori del CRE nel proprio oratorio. Un traguardo che può sembrare scontato, ma che in realtà sprona tutti a uscire dagli schemi abituali per scoprire che esistono modi diversi di vivere un luogo che si erge sui medesimi pilastri.
L’obiettivo del Corso Centrale è quello di leggere l’esperienza del CRE come qualcosa di potenzialmente totalizzante. Lungo la formazione si rileggono alcuni aspetti di sé che all’apparenza sembrano non entrare in gioco, ma -contro ogni aspettativa- arricchiscono il proprio essere animatore. Riconoscere che quanto si vive al CRE giovi a molteplici aspetti della vita intra ed extra oratoriale, invece, è il passo successivo. Così, passo dopo passo, il Corso Centrale diventa un vero e proprio “per-corso” che porta a scoprire che l’essere animatori non è solo una delle tante caratteristiche che ci contraddistinguono, ma è quasi qualità “centrale” del nostro essere giovani. È questa la consapevolezza con cui 140 adolescenti della diocesi di Bergamo sono tornati nei loro oratori. Dopo aver compreso a fondo che l’oratorio può essere certamente rappresentato come “spazio”, ma soprattutto come “insieme di persone” che interagiscono nei loro punti di forza e debolezza, i corsisti hanno esplorato gli strumenti dell’animatore che sono, sostanzialmente, il gioco e il laboratorio, per poi approdare a temi grandi come spiritualità ed emozioni dell’animatore. Le grandi compagne di questo viaggio sono state le domande. Ogni incontro non partiva da consigli calati dall’alto o verità assolute, ma da ciascun adolescente che pensava, sperimentava e formulava una risposta lungo tutta la mattinata. Anche di fronte all’interrogativo “Perché proprio io?” legato alla dimensione spirituale, gli adolescenti non si sono tirati indietro. Si sono messi in gioco per scoprire che tutti possono essere dei “fratelli maggiori” anche nella fede.
Partendo dall’esperienza concreta e specifica del CRE, il Corso ha voluto essere un modo per estenderla, approfondirla, farla propria. L’obiettivo, in primis, consisteva nell’aiutare gli adolescenti a discendere nella propria interiorità, facendo il punto su di sé come persone, ancora prima che come animatori. Scoprirsi importanti nella propria unicità, con emozioni e pregi, disposti a sbagliare e a sporcarsi, ma anche con difetti e imperfezioni è ciò che ci rende reali e autentici. Un po’ lontano da un modello di perfezione che, in realtà, il Corso è ben lontano dal voler offrire.
Così facendo il mandato che riceveranno la prossima estate ad inizio CRE, si potrà trasformare sotto ai loro occhi: non più solo la consegna di una divisa, ma piuttosto il varcare la soglia di un oratorio dalle porte aperte, le cui chiavi vengono affidate anche alle loro mani. Si tratta di custodire un oratorio vivo insieme. Forti di queste consapevolezze, gli adolescenti diventano protagonisti di una scommessa di responsabilità che si gioca sulla fiducia posta su di loro, nel tentativo di farli sentire legittimati ad avere un ruolo decisivo nella storia del centro estivo, capaci di innescare dinamiche educative di cui sono soggetto e oggetto.
Che sia occasione di ulteriore dialogo o di primo approccio al confronto, il Corso Centrale tocca, senza certo esaurirli, temi grandi ed importanti. Si pone come utile spunto, incoraggiante spinta, senza tuttavia sostituire un percorso più ampio che ogni adolescente ha bisogno di vivere, con educatori ed amici, nel proprio e per il proprio oratorio. Gli adolescenti al CRE hanno un ruolo tanto di protagonisti, quanto di accompagnatori: vivono e fanno vivere ogni esperienza, in una lunga catena dove si scoprono animatori ed animati, educatori ed educati, dove il vero motore è rappresentato dalla reciproca gratuità.
“Gli adolescenti che abbiamo incontrato in queste domeniche sono una boccata di ossigeno -racconta don Emanuele Poletti-. Nonostante le difficoltà degli ultimi anni tra pandemia e guerra, loro vanno in controtendenza. Sono entusiasti, accettano le sfide, si lasciano coinvolgere e sanno andare in profondità con le loro riflessione. Saranno una ventata di aria fresca preziosa per le loro comunità”. Il vero “percorso” inizia ora, con più consapevolezza ed energia. Sapere che non si è gli unici a vivere piccole o grandi difficoltà, fa sentire meno soli. Condividere lo stesso viaggio con qualcuno, rende questo più vivo ed affascinante.