Viviamo un tempo in cui sono necessari dei cambiamenti, delle nuove prospettive e del coraggio per guardare avanti agendo nel presente. In questo periodo storico, la Chiesa è chiamata a rispondere ad esigenze e sfide nuove e per farlo la diocesi di Bergamo ha scelto di rispondere con altrettante novità. Una su tutte è l’equipe educativa.
A quanto si legge nella lettera circolare numero 14, l’equipe educativa ha uno scopo preciso. “L’oratorio si presenta come il luogo privilegiato, anche se non il solo, attraverso cui la comunità cristiana compie la propria opera educativa a favore delle nuove generazioni. Al riguardo è sembrato opportuno avviare un processo di ripensamento e accompagnamento delle trasformazioni in atto con la concreta proposta dell’istituzione dell’Equipe Educativa, in grado di sostenere un cammino educativo a nome e a concreta espressione della missione educativa della comunità parrocchiale”.
Mettere al centro la missione educativa è una scommessa che, negli ultimi anni, sta portando i primi frutti grazie a tanti volontari che continuano a scegliere di mettersi in gioco. Ogni anno, le equipe educative dei diversi oratori della diocesi accolgono nuovi membri per sostituire o rafforzare alcune parti del gruppo esistente. Far subentrare nuovi elementi nel gruppo significa, innanzitutto, prendersi cura delle persone che scelgono di svolgere questo compito. Proprio per questo motivo e per la grande missione che gli viene affidata, l’Ufficio Pastorale dell’Età Evolutiva ha dedicato due serate di formazione ai nuovi membri d’equipe educativa. Il primo appuntamento si è svolto martedì scorso, mentre il secondo si terrà stasera con lavori di gruppo e momenti di rilettura in plenaria per orientare la riflessione e tessere insieme le parole emerse dal confronto. Due incontri per poter mettere in situazione chi sarà in prima linea negli oratori ponendo l’attenzione sul ruolo del laico nella Chiesa e sulla regia dell’oratorio.
La dignità e la corresponsabilità sono stati i cardini della prima serata in cui si è rimesso a tema il senso dell’essere laici nella Chiesa, non solo in termini di possibilità operative, ma soprattutto di dignità battesimale che, al fianco dei sacerdoti che guidano la comunità, autorizza ad essere parte attiva e corresponsabile. Tutto ciò è possibile per un semplice motivo: “A tutti i fedeli – si legge nel documento ‘La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa’- si richiede oggi un generoso impegno al servizio della missione evangelizzatrice, innanzitutto con la generale testimonianza di una vita quotidiana conforme al Vangelo nei consueti ambienti di vita e in ogni livello di responsabilità, poi in particolare con l’assunzione di impegni loro corrispondenti al servizio della comunità parrocchiale”.
Tutti i laici sono chiamati a prendere parte in questo cambiamento ed è per questo che, stasera durante la seconda tappa formativa, insieme alla consapevolezza e alla motivazione, si approfondirà il metodo di lavoro, consegnando strumenti concreti che aiutino le equipe educative ad approcciarsi alle tematiche e alle dinamiche pastorali.
Questa formazione è solo l’inizio di un cammino più lungo che, alle volte, può rivelarsi anche tortuoso. Camminare, però, non è mai un’azione solitaria: è un gesto di comunità che aiuta tutti a non sentirsi in balia del vento, ma parte di una realtà capace di governare la nave anche in un mare poco ospitale. È il gioco di squadra che fa sempre la differenza, che rende il cammino ricco di un significato più profondo che va oltre al semplice “fare”.