La cura dell'altro parte dalla formazione animatori

Dallo scorso febbraio, gli adolescenti sperimentano la cura attraverso delle azioni di carità.

 All’oratorio di Boltiere “il Cre è un classico Cre” spiega don Luca Conti, curato dell’oratorio, con la capacità di rispondere “presente” di fronte alle esigenze del prossimo. Oltre alla struttura di quattro settimane, le classiche gite e l’organizzazione per fasce d’età, c’è una comunità che si muove per realizzare il TuXTutti. Il tema della cura, infatti, è stato messo in risalto sin da subito.

A partire dalla formazione degli animatori, iniziata lo scorso febbraio, il TuXTutti è diventato il protagonista di un cammino entrato proprio in questi giorni nella sua fase più viva e, forse, anche più frenetica. “Il primo passo per declinare il tema è stato il percorso formativo degli animatori - racconta don Luca -. Nell’arco della loro formazione, gli adolescenti hanno vissuto delle esperienze di carità grazie alla collaborazione del territorio. Si sono presi cura della comunità dando una mano alla festa dell’oratorio, poi degli anziani andando al centro diurno e dei bambini prestando servizio alla scuola dell’infanzia”.

 

In questi giorni la cura, invece, sta emergendo nei piccoli gesti quotidiani sia da parte degli animatori che dei bambini, ma anche degli adulti. Ognuno contribuisce per un piccolo pezzo, ma non si ferma sul confine: tutti sono pronti a dare una mano e a dimostrare - anche con il semplice gesto di regalare delle margherite - tutto l’affetto nei confronti dell’altro.

Concretamente, la cura in queste settimane di Cre verrà declinata grazie al laboratorio di catechesi. Con l’aiuto dei loro catechisti, bambini e preadolescenti rileggeranno i gesti di cura presenti nel Vangelo rapportandolo all’oggi e mettendosi nei panni di chi li compie. Un’ulteriore esperienza che mette al centro la cura, e in particolar modo quella nei confronti dell’altro, è la vita comune tra coordinatori che aiuterà i giovani ad accogliere l’altro anche nella condivisione delle abitudini.

 

“Oggi prendersi cura dell’altro al Cre significa prima di tutto accompagnare i genitori sia dal punto di vista pratico che educativo - conclude don Luca -. Non si tratta di un accompagnamento strutturato, ma più informale nell’andare incontro alle esigenze avvertite dalle famiglie. Può essere un semplice momento di confronto come un aiuto concreto di fronte a un problema. Inoltre, significa anche creare uno spazio in cui i piccoli possano sperimentarsi in sicurezza e crescere nell’esperienza per toccare con mano la realtà”. Un Cre da vivere fuori dalla campana di vetro e immersi nella realtà: tutto per andare incontro all’altro.

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