I giorni delle vacanze natalizie possono essere davvero preziosi, possono davvero lasciare un segno in chi li vive e sceglie di impegnarsi in una determinata esperienza, e può regalare anche nuove certezze. Gli adolescenti e i giovani dell’unità pastorale di Calolzio, ad esempio, si sono scoperti “un po’ famiglia”. Subito dopo i festeggiamenti natalizi, si sono ritrovati in oratorio per farne una casa e tornare a respirare un’aria familiare e accogliente anche tra queste grandi mura. Tre giorni di vita comune per condividere tempo, abitudini, preghiera, riflessioni, divertimento e pensieri.
“Quando abbiamo pensato a come coinvolgere gli adolescenti e giovani della comunità nel periodo natalizio -spiega Matteo Cortinovis, seminarista in servizio nell’unità pastorale di Calolzio- le idee era diverse. Ascoltando le esigenze, però, abbiamo optato per tre giorni di “vita comune” in oratorio. L’obiettivo era di non lasciare cadere nel vuoto questo tempo e abbiamo scelto di viverlo in fraternità facendo dell’oratorio la nostra casa”.
Dopo gli ultimi due anni, il desiderio di tornare ad abitare l’oratorio come casa era fortissimo. Adolescenti e giovani hanno potuto spendere del tempo insieme condividendo gli spazi, ma anche i propri pensieri. “Non c’è stato un vero e proprio tema a guidare la vita comune, ma non sono mancati i momenti di confronto – sottolinea Matteo-. Una serata è stata dedicata alla preparazione in vista della Giornata Mondiale della Gioventù in cui abbiamo compreso meglio il valore dell’esperienza che andremo a vivere. In molti sono rimasti stupiti da come una semplice croce possa attirare a sé tanti giovani. Questo ha dato il via a diverse riflessioni che, nei giorni successivi, hanno preso diverse declinazioni. Ci siamo concentrati molto sulla domanda ‘Che cosa vuol dire credere nel 2022?’. Ognuno si è portato a casa il quesito facendolo suo: non con la pretesa di trovare una risposta, ma con lo spunto a riflettere su ciò che Dio desidera per noi e di come ogni nostro sogno prenda forma nelle Sue mani”.
Al temine di questi giorni, gli adolescenti e i giovani degli oratori di Calolzio si definiscono “arricchiti”, ma soprattutto “felici” di essersi scoperti “famiglia”. “Questa esperienza di vita comune ci ha fatto avvertire la bellezza dell’essere famiglia -conclude Matteo-. Ci ritroviamo, stiamo insieme e ci aiutiamo come una famiglia. Insieme possiamo fare grandi cammini, ma solo se mossi e smossi da Dio”.