Il "TuXTutti" è una comunità che cammina verso l'altro

All'oratorio di Nese, la cura dell'altro è la vera protagonista.

Infermieri, pompieri, insegnanti e guardie forestali: che cos’hanno in comune? La risposta è duplice: sono delle professioni legate dalla loro vocazione alla cura, ma anche dal fatto di essere state scelte come nomi per le squadre del Cre dell’oratorio di Nese. In Cre a TuXTutti, i coordinatori hanno scelto di rimarcare ancora di più il tema inserendolo anche nel nome delle squadre. Una scelta che ha segnato l’inizio di questo viaggio alla scoperta della cura.

 

Nell’oratorio di Nese, infatti, le possibilità di conoscere a fondo il significato della cura e del servizio sono molteplici: dai nomi delle squadre ai laboratori fino alle attività del mercoledì mattina. Ogni scorcio di Cre è uno spazio destinato alla cura. “Abbiamo declinato il tema di quest’anno facendo particolarmente attenzione alle relazioni - spiega Chiara della Torre, coordinatrice -. Stare bene insieme, nonostante le diversità, è la base per far arrivare qualunque messaggio”.

 

Il mercoledì mattina è un momento del Cre dedicato ad alcune attività che possano aiutare i più piccoli a comprendere al meglio il tema. Tra le attività proposte ci sono anche degli incontri speciali: quelli con i professionisti che portano il nome delle squadre. “Grazie alla rete di conoscenze – racconta Mattia Trussardi, coordinatore - siamo riusciti ad intercettare dei professionisti che potessero raccontare ai ragazzi il loro servizio nella sua concretezza. È un modo per avvicinare ancora di più bambini e ragazzi al tema del Cre”.

Nel declinare il tema del Cre, l’attenzione alle relazioni risulta cruciale anche per addentrarsi nel concetto di cura dell’altro. “Ciascuno nel suo ruolo - evidenziano Chiara e Mattia - è chiamato a prendersi cura dell’altro. Il TuXTutti si realizza perché c’è una comunità intera che va verso l’altro. È TuXTutti un bambino che corre al massimo per far vincere la propria squadra, un animatore che aiuta un ragazzo in difficoltà e un volontario che mette a disposizione il suo tempo per i più giovani. Tutti possiamo esser quel tu che si spende per tutti. Cerchiamo di trasmettere la cura dell’altro attraverso l’esempio di animatori, coordinatori e don con il desiderio di tenere gli occhi aperti per accorgersi della realtà che ci chiama in causa. Siamo chiamati a renderci conto quando qualcuno ha bisogno delle nostre braccia tese per sentirsi accolto, delle nostre mani in pasta e gambe in spalle per non lasciarsi frenare dalla fatica e del nostro cuore libero per guardare avanti. La cura è un’azione che stupisce, ma che parte dalla quotidianità”.

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