"Mi stai a cuore" è il senso del Cre 2023
Più di 3000 gli adolescenti presenti alla presentazione del Cre 2023: si potrà essere "TuXTutti" grazie a ciascun animatore.
“TuXTutti”: già da qualche mese conosciamo il titolo del Cre 2023 e, soprattutto nelle ultime settimane, abbiamo imparato a conoscerlo sempre più in profondità. Come nelle tre serate di presentazione dello scorso weekend: un’occasione in cui più di 3.000 adolescenti hanno potuto toccare con mano che cosa significhi essere “TuXTutti”. Attraverso i diversi linguaggi dello spettacolo hanno potuto rileggere il loro ruolo di animatori, scoprire il valore della parola “prossimo” e allenare il pensiero per declinare un messaggio affascinante a misura di bambino e preadolescente.
Tre serate in cui l’auditorium del Seminario Vescovile di Bergamo, sempre gremito, è stato il punto di ritrovo e di partenza definitiva verso l’estate degli oratori. Il tema della cura e del servizio ha preso sempre più concretezza atto dopo atto di uno spettacolo che aveva l’obiettivo di consegnare ad adolescenti che saranno animatori, il senso dal prossimo Cre. Tutto è iniziato con un gran boato, un modo per salutarsi e dirsi tutta la bellezza di un incontro che ha gettato le fondamenta della prossima estate. Gli animatori sono stati accompagnati in un viaggio nel tempo con l’animazione iniziale che ha ripreso le ultime due edizioni del Cre – “Hurrà” e “Batticuore” – attraverso giochi, canti e balli. L’animazione non solo ha dato il via alla serata, ma è stato il primo tassello per risvegliare “l’animatore” dentro ciascun adolescente e soprattutto per ricordare il percorso triennale che ha messo a tema alcune dimensioni fondamentali del vivere: giocare, amare e, appunto, servire.
Ad approfondire il tema di quest’anno, invece, è stato don Emanuele Poletti, direttore UPEE. Il suo intervento ha fatto assaporare il senso della prossima estate e dato qualche piccolo indizio su cosa significhi realizzare il “TuxTutti” sul campo. “Gli anni scorsi eravamo abituati a sentire la parola “obiettivi” associata al prender forma del tema nella quotidianità dei nostri Cre. Oggi desideriamo lasciarvi delle coordinate, consegnarvi una mappa orientativa e uno stile, in modo che possiate vivere a pieno il vostro “TuxTutti”: occhi aperti, braccia tese, mani in pasta, gambe in spalla e cuore libero. Accorgiamoci delle ragazze e dei ragazzi che incontreremo, poniamoci con sguardo attento e con il desiderio di spenderci per loro. Accogliamoli a braccia tese, ma lasciamoli andare con coraggio in modo che anche loro possano sperimentarsi come protagonisti della cura”.
Le coordinate educative e spirituali sono state riprese e rilette nell’atto successivo: il popolarissimo quiz “Chi vuol essere TuXTutti?”. Il gioco televisivo ha coinvolto gli adolescenti in un viaggio nelle situazioni più quotidiane del Cre: dall’essere capaci di coinvolgere tutti alle fatiche di alcuni momenti fino al rendersi conto del potenziale che può avere la squadra degli animatori. E per ogni domanda, una regola imprescindibile: non poter mai rispondere da soli, a sottolineare come l’animatore non sia fatto per fare da sé, ma per condividere.
Se essere “TuXTutti” è una sfida e ci sono delle coordinate che possono aiutare gli animatori a mettere in pratica questo stile, il sottotitolo del Cre alza ulteriormente l’asticella: “E chi mio prossimo?”. È la domanda che il dottore della legge pone a Gesù e che apre così alla narrazione della parabola del Buon Samaritano.
E come accade nel Vangelo dove le parabole sono raccontate partendo dall’esperienza quotidiana comprensibile da coloro che ascoltano e a cui Gesù desidera consegnare coordinate buone per la vita, così anche nella presentazione del CRE si è scelta una modalità di consegna coinvolgente e capace di intercettare la sensibilità degli adolescenti presenti. Una coreografia con ritmi e sonorità differenti per mettere in scena il cammino di quell’uomo che, in viaggio da Gerusalemme a Gerico, ha trasformato un’interferenza e un ostacolo, in una storia di cura. L’invito allora è a lasciarci sconvolgere la quotidianità, la nostra routine costellata da mille impegni, per metterci in relazione con un altro, con il prossimo. Con la consapevolezza che: “Io sono l'altro / Puoi trovarmi nello specchio / La tua immagine riflessa, il contrario di te stesso. / Quelli che vedi sono solo i miei vestiti. Adesso facci un giro e poi mi dici”, come canta Niccolò Fabi.
La domanda che, invece, può sorgere spontanea a un animatore è questa: come trasmettere un messaggio così forte e complesso ai più piccoli? Ed è qui che entra in scena Robin Hood. La storia del Cre avrà come protagonista il famoso ladro che rubava ai ricchi per donare ai poveri, esempio di TuXTutti nel suo rendersi responsabile del popolo di Nottingham in balìa di un sovrano ingiusto.
Un senso ripreso anche dallo stile di don Lorenzo Milani, il testimone della cura preso come riferimento per il prossimo Cre e una figura che riesce ancora a provocarci con le sue parole e le sue azioni. È l’“I CARE” scritto sulla porta della scuola di Barbiana che ci consegna uno stile come ribadito dall’atto finale dello spettacolo, dalla preghiera e dalle parole del Vescovo Francesco: “Tu mi stai a cuore”. “Non dimentichiamoci mai del nostro cuore - ha detto monsignor Beschi rivolgendo alla platea degli animatori -. Il rischio che corriamo è quello di avere un cuore per gli amici e una pietra per i nemici. Ed è un pericolo: non si può amare a momenti alterni. O il cuore si gioca totalmente e in maniera autentica oppure corriamo il rischio di non riuscire ad amare anche chi ci vuole bene. Ricordiamoci sempre del nostro cuore che, al suo ritmo, si apre e si chiude per donare e ricevere”. Il senso è tutto qui, in quel “mi sta a cuore” che a cascata raggiungerà tutti i più piccoli delle nostre comunità. Buon Cre a tutti gli oratori: che sia un’estate di prossimità, capace di “TuXTutti”.