La sfida dell'essere cristiani oggi

Il cammino verso la GMGH prosegue. Al santuario di Mariano, il Vescovo Francesco ha incontrato i giovani: "Accogliamo i doni dello Spirito"

Vivere una Giornata Mondiale della Gioventù in prima persona non è una cosa che capita tutti i giorni. È un appuntamento da cogliere a pieno a cui è necessario prepararsi: un po’ come dei corridori per una gara importante, solo che in questo caso la corsa prosegue anche dopo aver tagliato il traguardo. Questa è la consapevolezza che, passo dopo passo, sta crescendo nei giovani bergamaschi. Il percorso verso Lisbona è stato costellato da diverse tappe e sabato ne è stata vissuta un’altra: la veglia diocesana di Pentecoste.

 

Dal titolo “Si alzò e andò in fretta”, l’appuntamento diocesano ha rappresentato un’occasione per ringraziare per il dono dello Spirito Santo. Organizzata dalla Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali, dall’Ufficio per la Pastorale dei Migranti in collaborazione con l’Ufficio Liturgico e l’Ufficio Pastorale dell’Età Evolutiva, la tradizionale veglia ha incluso anche un’intenzione di preghiera e di affidamento dei giovani che parteciperanno alla prossima GMG. Da un lato la tradizione si rinnova ogni anno radunando i credenti di diversa madre lingua, dall’altro è stata un’altra tappa importante del cammino dei giovani verso Lisbona. Al santuario della Beata Vergine Maria Addolorata di Mariano di Dalmine si sono incontrate diverse culture, diversi carismi e altrettante prospettive arricchendo la veglia diocesana di Pentecoste e rispecchiando una comunità unita dallo Spirito Santo.

 

Oltre alla consapevolezza del dono dello Spirito Santo e del prossimo appuntamento mondiale, l’incontro di sabato sera è stata anche l’occasione per rileggere la vita di ciascuno di fronte al Vangelo. La Giornata Mondiale della Gioventù è un appuntamento che smuove le vite e le testimonianze di Sofia Zinni, Eugenio Allevi e Davide Nicoli -tre giovani impegnati in diversi associazioni e movimenti cattolici- sono state l’input per avviare una riflessione rispetto all’essere cristiani oggi. In una quotidianità ricca di sfide, riscontri differenti dal proprio sentire e compiti che ingaggiano il proprio essere, ci si è chiesti come rimanere effettivamente fedeli alla Parola. C’è chi ha vissuto il dolore, chi ha assistito alla pandemia in prima linea e chi ha chiesto al Vescovo Francesco come sia possibile fidarsi di una Promessa così grande. Ciascuno ha portato il suo racconto, ma una domanda ha accomunato tutte le testimonianze: come vivere da cristiani la quotidianità senza relegare la fede in un angolo?

 

“Il primo passo -ha risposto monsignor Beschi- è esercitarsi a leggere il Vangelo sotto la luce quotidiana. Rimango sempre stupito di quanti aneddoti utilizzi la Parola per guidarci. Cristo si rifà sempre alla vita quotidiana ed è proprio questo ci aiuta a coltivare la spiritualità. La vita quotidiana è il fuoco dello Spirito e il Vangelo è un manuale della spiritualità quotidiana. Solo così possiamo prendere consapevolezza di ciò che dà vita alla vita. Come posso fidarmi di tutto ciò? Sperimentandolo nell’amicizia. Spero che ciascuno di voi possa dire di avere degli amici perché è uno dei doni più importanti per sperimentarsi nella fiducia e per scoprire la gioia della gratuità”. Una bussola, quella consegnata ai giovani, che rimane significativa per la vita di ciascuno e che può essere ripresa e spesa nella quotidianità: lì dove accade il Vangelo, dove accade la vita e dove siamo chiamati a spenderci da cristiani.

 

Tutto ciò, il desiderio di spendersi per l’altro e per Qualcuno di più grande, non ha una radice casuale. Nel suo intervento Sofia, molto attiva nel mondo del volontariato, a cui sottolineato come diverse volte le sia stato posta la domanda “Ma chi te lo fa fare?”. Un quesito subito ripreso dal Vescovo Francesco che ha trovato il fulcro di questo desiderio nel riconoscimento dei ciò che abbiamo ricevuto in dono. “La nostra vita è ricolma dei doni di Dio e più ne siamo consapevoli, più doneremo noi stessi. Accogliamo i doni che ci sono stati offerti e spendiamoli nella nostra quotidianità -ha sottolineato il Vescovo Francesco augurando a tutti si sperimentare il dono dello Spirito Santo nella vita di tutti i giorni-. Scopriamo cosa significa essere figli di Dio e consegniamoci fiduciosi alla sua paternità. Mettiamo in gioco la nostra vita per Lui e conosceremo la vera gioia”.

 

Una gioia da coltivare giorno per giorno anche in vista del cammino da fare. “L’augurio -commenta don Emanuele Poletti, direttore UPEE- è che questi giovani sperimentino altri passi per prepararsi con consapevolezza alla Giornata Mondiale della Gioventù. Nell’invocare lo Spirito, il pensiero era rivolto a loro e ad accompagnarli nella preghiera c’era anche la comunità adulta. I giovani non sono soli lungo il cammino e spero che si sentano sempre accompagnati dagli adulti che sono chiamati ad essere testimoni credibili e sostenitori delle giovani generazioni”. Anche se in prima ci saranno i giovani, la Giornata Mondiale della Gioventù resta un cammino da vivere come Chiesa capace di accogliere il dono dello Spirito Santo e ogni uomo. 

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