Rileggere l'esperienza del Cre con un respiro più ampio

Corso Centrale 2024: più di 100 adolescenti hanno partecipato al percorso formativo pensato per gli animatori d'oratorio.

Come ogni anno, a gennaio, la domenica mattina per gli animatori ha un solo nome, anzi un nome e un aggettivo: Corso Centrale. Ma che cos’è il Corso Centrale? Più che un corso, termine che potrebbe erroneamente far pensare a qualcosa di teorico e scolastico, si tratta di un “per-corso” articolato in quattro domeniche, tra gennaio e febbraio, che risveglia gli adolescenti dal letargo invernale per iniziare a sentire profumo di estate. In effetti, non è mai troppo presto per prepararsi e, soprattutto, formarsi in vista del Cre.

 

Tre i requisiti richiesti a ciascun corsista: frequentare la seconda o la terza superiore, avere almeno un’esperienza di Cre alle spalle e portare nello zaino tanta voglia di mettersi in gioco e di scoprirsi. È così che più di cento adolescenti provenienti da ogni angolo della diocesi hanno accettato la sfida lanciata dall’UPEE e si sono riuniti presso la Scuola Capitanio, nel centro di Bergamo, per vivere un’esperienza all’insegna della riflessione e della preghiera, ma anche del gioco, del divertimento, del lavoro personale e della condivisione.

 

Nelle quattro ore di ciascuna domenica sono stati molteplici i momenti da vivere. Dopo una colazione energizzante, i corsisti si sono svegliati con danze e qualche gioco, per poi immergersi nel tema cuore della giornata, affrontandolo divisi in piccoli gruppi, mediante attività, domande e condivisioni; a seguire, una rilettura corale con la consegna di parole chiave in ottica pedagogica e spirituale e, per concludere, un momento di preghiera.

 

Il “per-corso” che don Gabriele Bonzi (direttore UPEE) e gli animatori UPEE hanno voluto proporre si snoda in diverse tappe, una per ogni domenica. Provenendo da paesi diversi, è stato essenziale iniziare ricercando la motivazione, il tratto comune che li ha portati al Corso Centrale: la “casa comune” che è l’oratorio. Insieme abbiamo indagato attorno a fondamenta e pilastri, approfondendo la conoscenza della figura di San Giovanni Bosco. A ciò è seguita una mattinata dedicata ai preziosi strumenti che ciascun animatore non è sempre consapevole di avere tra le mani. Ballo, laboratorio e gioco sono stati i protagonisti della seconda tappa di Corso Centrale. Gli strumenti approfonditi sono stati riletti come facilitatori della relazione educativa e ottimi alleati nella conduzione di una giornata di Cre. Una volta consolidata la dimensione di gruppo e predisposto il clima, essenziale è stato il passaggio attraverso il tema della spiritualità, affrontato a partire dalle grandi domande che ciascuno si porta dentro per capire a chi (e a Chi) le si affida. L’obiettivo della terza domenica era quello di prendere consapevolezza del forte legame che sussiste tra la vita, il loro essere animatori e la dimensione spirituale. Per concludere, con l’ultima tematica, si è voluto dare corpo e volto a tutti i temi trattati in precedenza incarnandoli nella figura dell’animatore. Scorgendo dietro al luogo che vive, alle attività che propone, al messaggio che porta, i desideri che lo animano e l’importanza di sentirli vivi e animanti, ciascuno si è riscoperto importante nella propria unicità, con emozioni e pregi, ma anche disposti a sbagliare e a sporcarsi, con difetti e imperfezioni che rendono reali e autentici, lontano da un irraggiungibile modello di perfezione, che risulterebbe sterile in una dinamica come quella oratoriale.

 

Un vero e proprio “per-corso”, quindi, che porta a scoprire come l’essere animatori non sia solo una delle tante caratteristiche che ci contraddistinguono, ma è quasi qualità “centrale” del nostro essere giovani. L’obiettivo del Corso Centrale ha quindi un respiro ampio che porta a leggere l’esperienza del Cre come qualcosa di potenzialmente totalizzante: da un lato si scopre come gli aspetti di sé che sembrano non entrare in gioco, possono invece arricchire il proprio essere animatore, mentre dall’altro si riconosce che quanto si vive al Cre giova a molteplici aspetti della vita, anche al di fuori di quanto si vive in oratorio.

 

Che sia occasione di ulteriore dialogo o di primo approccio al confronto, il Corso Centrale tocca, senza certo esaurirli, temi grandi e importanti: si pone come utile spunto, incoraggiante spinta, senza tuttavia sostituire un percorso più ampio che ogni adolescente ha bisogno di vivere, con educatori e amici, nel proprio e per il proprio oratorio. Gli adolescenti al Cre hanno un ruolo tanto di protagonisti quanto di accompagnatori: vivono e fanno vivere ogni esperienza, in una lunga catena dove si scoprono animatori ed animati, educatori ed educati, dove il vero motore è rappresentato dalla reciproca gratuità.

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