Un'umanità intrisa di fede per essere cristiani coraggiosi

Gli adolescenti dell'oratorio di Martinengo si sono messi in viaggio alla scoperta di nuove realtà

Cinque giorni a Napoli per cambiare prospettiva grazie a fede e cultura. È il filo rosso che ha accompagnato gli adolescenti dell’oratorio di Martinengo nel loro camposcuola. Partiti la sera del primo gennaio, hanno esplorato la città partenopea sia dal punto di vista storico e culturale sia da un punto di vista più intimo ed esclusivo incontrando persone del luogo con storie davvero sorprendenti. 

Il camposcuola dell’oratorio di Martinengo è stato una tappa di un cammino che sta portando gli adolescenti a esplorare l’intreccio tra fede e umanità. “Abbiamo scelto Napoli per aiutarci a scendere in profondità rispetto al tema – spiega don Omar Moriggi, curato dell’oratorio di Martinengo-. È stato un viaggio non solo alla scoperta della città, ma anche di chi la vive affrontando situazioni difficili”. Dopo aver dedicato il primo giorno alla visita del centro storico, gli adolescenti si sono messi in ascolto di storie come quella di don Giuseppe Diana, sacerdote in servizio a Casal di Principe ucciso dalla Camorra, oppure testimonianze come quella delle Suore Poverelle che operano nella zona di Scampia. Questi racconti sono stati capaci di provocare e interrogare gli adolescenti mettendo in risalto scelte coraggiose di vivere la fede e di tendere la mano al prossimo. “Non esiste una fede slegata dall’umanità -sottolinea don Omar-. Serve un’umanità intrisa di fede per essere cristiani coraggiosi. Questi giorni a Napoli hanno permesso ai nostri adolescenti di interfacciarsi con una realtà diversa dalla nostra. Hanno conosciuto persone che lottano tutti i giorni contro la criminalità, l’abbandono scolastico e le gravi condizioni di povertà. Tutte, però, erano accomunate da uno sguardo di speranza. Ci hanno confidato come spesso non sia facile nutrire questa prospettiva di fronte a un figlio che prova ad abbandonare la scuola o un amico che verte in condizioni di estrema povertà. Nonostante tutto sono guidati da una fede che dona uno sguardo lungo, verso un futuro ancora da costruire attraverso dei piccoli gesti quotidiani”. 

Tra visite, approfondimenti culturali, momenti di confronto e testimonianze, gli adolescenti dell’oratorio di Martinengo hanno condiviso dei giorni significativi per il loro percorso, ma anche per la loro vita. Tutto nasce dal prendere consapevolezza della propria umanità come spiega don Omar. “Gli adolescenti si portano a casa una grande provocazione su cui riflettere. Spesso, alla minima difficoltà, la tentazione è quella di gettare la spugna o lasciarsi andare a facili lamentele. Per essere cristiani coraggiosi, però, occorre una energia capace di smuovere noi e il prossimo. E questa energia l’abbiamo ricevuta in dono da chi abbiamo incontrato, nella speranza di fare altrettanto con chi incontreremo nei nostri prossimi passi. La fede va allenata nella nostra quotidianità perché ci aiuta ad accogliere il diverso e lasciarci cambiare da nuove prospettive”. Gli adolescenti dell’oratorio di Martinengo sono tornati a casa arricchiti da un’esperienza ricca di storie, incontri e cultura che andranno ad alimentare un’umanità intrisa di fede. Perché il camposcuola è sempre una buona occasione per porre l’accento sui passi importanti del proprio cammino.  
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