Una presenza stabile per abitare la quotidianità

All'oratorio di Torre Boldone si costruisce una casa per tutte le fasce d'età

Esserci, accogliere e accompagnare i passi delle giovani generazioni: il progetto Giovani In Cammino all’oratorio di Torre Boldone si può tradurre in queste tre azioni educative. Tutto è nato dalla necessità e dal desiderio di avere una figura giovane che potesse essere una presenza stabile in oratorio. Con il passare del tempo, grazie al suo coinvolgimento in diverse attività dell’oratorio, questa figura è diventata un punto di riferimento per tutti coloro che frequentano l’oratorio.

La quotidianità è un tempo prezioso di cui prendersi cura con costanza e competenza e per raggiungere questo obiettivo è stata introdotta, in oratorio, la figura dell’educatrice di cortile. Dal cortile alla segreteria fino alla proposta dello spazio compiti a misura di preadolescente, questo ruolo è diventato centrale e ha potenziato l’incontro tra generazioni grazie al coinvolgimento informale di altri giovani. “Avere una figura giovane stabile in oratorio e cercare di rendere la sua quotidianità sempre più partecipata da tutte le fasce d’età -spiega Federica Baldini, educatrice di cortile dell’oratorio di Torre Boldone- sono i primi due obiettivi che ci siamo posti con questo progetto. Essere presenti nella quotidianità significa far in modo che l’oratorio possa essere percepito come casa accogliente e esperienza capace di educare a 360 gradi. Desideriamo accompagnare i più giovani della comunità prendendoci cura della totalità della loro persona”. 

Il ruolo di Federica, come educatrice di cortile, non si esaurisce nell’accoglienza e nell’informalità. Esserci significa anche arricchire il tempo speso insieme anche attraverso dei piccoli accorgimenti. Si passa dall’animazione del cortile con giochi pensati ad hoc alla sistemazione di alcuni spazi coinvolgendo sia gli adolescenti che i giovani nella cura di questi aspetti. 

“È bello vedere una giovane che si spende in oratorio, ma ancora più bello è la partecipazione allargata che si riesce a costruire – conclude Federica-.  Riuscire a coinvolgere gli adolescenti e i giovani nella quotidianità dell’oratorio arricchisce questo tempo di intergenerazionalità e informalità tra pari. L’oratorio nella quotidianità può essere casa per i giovani. Spero che la comunità continui a fidarsi e a spronare i giovani a mettersi in gioco facendogli scoprire la bellezza del donare il proprio tempo prezioso; anche il tempo di tutti i giorni in cui ci si conosce e accompagna davvero lungo tutto il cammino”.
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