Il Cre 2024 sarà un bel "Viavai"

Sarà un viavai di passi, di incontri, di giornate passate sotto il sole, di abbracci e tante avventure da vivere insieme: il prossimo Cre sarà proprio un bel VIAVAI e sarà questo il titolo che caratterizzerà l’estate del 2024. La bella stagione si avvicina e si iniziano a muovere i primi passi verso una delle esperienze più coinvolgenti ed energiche per gli oratori bergamaschi e non solo. 

Presentato allo scoccare della mezzanotte tra venerdì 15 e sabato 16 marzo sul canale YouTube di OratoriBG, il nuovo tema del Cre sta iniziando a farsi conoscere tra i primi spoiler, il nuovo sito online da ieri e tanti appuntamenti da vivere insieme. “VIAVAI – Mi indicherai il sentiero della vita” sono il titolo e il sottotitolo del Cre 2024 e che, quest’anno più che mai, si legano tra loro in modo indissolubile per completarsi a vicenda. “Il titolo, forse, può generare un po’ di confusione -spiega don Gabriele Bonzi, direttore UPEE e coordinatore del progetto regionale Cre-Grest-. La vita è un grande movimento in cui noi siamo costantemente in cammino. In tutto questo viavai, però, ci riconosciamo come parte di un cammino più grande in cui Qualcuno ci guida alla meta come nel nostro sottotitolo ‘Mi indicherai il sentiero della vita’. È Dio ad accompagnare e guidare i nostri passi”. 

Un bel “VIAVAI” raccontato anche nel logo. Il lettering del titolo si ricrea attraverso frecce, sentieri, bussole, mappe e gambe che si intrecciano a indicare come il cammino sia anche un’esperienza di condivisione. Tutti questi elementi vanno a formare un pellegrino con la mappa in mano e guidato da una stella. Scendendo in profondità, anche il logo si ricollega alle dieci domande usate nel manuale del Cre-Grest per fissare i punti cardinali del cammino. Dopo essersi detti un incoraggiante “Vado”, si raggiungono le diverse tappe guidati da alcuni interrogativi capaci di fissare l’attenzione sulle particolarità del cammino. “Cosa cerco?” è il primo input che mette in moto ogni pellegrino ed è seguito solitamente da un “Dove vado?” grazie a cui la meta si fa più nitida e definita. “Cosa porto?” e “Con chi cammino?”, invece, volgono lo sguardo all’equipaggiamento e a chi condividerà i passi verso la meta. Proseguendo, viene spontaneo chiedersi “Cosa vedo?”: il verbo “vedere” è stato scelto per raccogliere tutte le percezioni e tutto ciò che si incontra lungo la strada. Poi, attingendo dai grandi classici del Cre, non potevano mancare domande come “Quanto manca?” e “Facciamo una pausa?”. In ogni gita o scarpinata in montagna, questi due quesiti sono degli ottimi compagni di viaggio per ogni animatore, coordinatore e don perché non importa dove si va, ci sarà qualcuno impaziente di arrivare o di riprendere fiato che lo chiederà. Queste due tappe sono un invito a fare i conti con sé stessi, le proprie caratteristiche e i propri limiti per rileggerli in un cammino più grande. “Cosa trovo?” è la domanda che mette a fuoco le mete e i traguardi raggiunti in questo Viavai da raccontare, magari attraverso un vero e proprio diario da pellegrino, spronati dalla nona domanda “Cosa racconto?”. Ultima, ma non meno importante, al termine di ogni cammino c’è sempre una tappa che rilancia al futuro ed è legata all’interrogativo “Come riparto?”. Dopo ogni cammino si è chiamati a ripartire verso nuove mete facendo tesoro di quanto conosciuto, vissuto e sperimentato nelle esperienze precedenti. 

La stessa ripartenza che siamo chiamati a vivere rimettendo in moto la grande macchina del Cre. Riprendere in mano i vecchi appunti della verifica dell’anno scorso è il primo passo verso la prossima estate per fare nostro quanto vissuto e prendere consapevolezza di come il cammino del Cre si inserisca in un cammino più grande di comunità. Questo è solo inizio di un “VIAVAI”: un cammino da riprendere, proseguire e vivere con tutto se stessi per donare colore alla prossima estate, ma anche a tutte le prossime esperienze che condivideremo in oratorio.