Santa Lucia dona speranza e luce

I giovani dell’Ufficio Primo Annuncio e del Centro Missionario hanno accompagnato consegna delle letterine

“Cara Santa Lucia”: tre semplici parole che rappresentano un incipit caro a tante generazioni di bergamaschi e che, ogni anno, vede tanti bambini alle prese con l’affidare a carta e penna i propri desideri e le proprie preghiere. Imbustare la letterina e consegnarla personalmente alla destinataria è il passo successivo per rendere concreto l’affidamento a Santa Lucia di tutto ciò che si porta nel cuore. Ed è proprio di questo gesto che i giovani dell’Ufficio Primo Annuncio e del Centro Missionario Diocesano, in collaborazione con l’Ufficio Pastorale per l’Età Evolutiva e l’Ufficio Catechistico, si sono messi al servizio accompagnando l’attesa in coda fino alla preghiera conclusiva. 

Come da tradizione, nel fine settimana del 7 e dell’8 dicembre, la Diocesi di Bergamo ha scelto di prendersi cura della consegna della letterina per aiutare i bambini e le loro famiglie a soffermarsi sul significato di questo gesto, sulla storia di Santa Lucia per ricevere uno spiraglio di quella luce di cui la Santa è portatrice. I giovani hanno animato questo momento mettendo al centro la speranza e la pace: l’Ufficio Primo Annuncio ha accompagnato l’attesa delle famiglie in coda, mentre il Centro Missionario si è preso cura della preghiera all’interno della chiesa. 
I giovani dell’evangelizzazione, a due a due, hanno accolto le famiglie consegnando loro carta, penna e una domanda “Qual è la luce che rischiara la tua vita?”. “Questo perché –spiega don Flavio Bruletti, direttore dell’Ufficio Primo Annuncio- l’annuncio parte da una consapevolezza di se stessi e si incarna nella nostra realtà e nel nostro quotidiano. Prendersi cura della consegna della letterina significa mettere al centro la vera luce di cui Santa Lucia è portatrice, ovvero Gesù. Lui è la vera Speranza che ci auguriamo possa essere accolta da tutti”. Animando il tempo dell’attesa, i giovani dell’evangelizzazione hanno creato un’occasione di riflessione che ha fatto culminare l’attesa con un gesto: al termine della fila, prima di entrare in chiesa, ciascuna famiglia ha consegnato la propria luce scritta su carta a un telaio che, con il passare delle ore, è diventato sempre più luminoso. 

Questa attenzione nei confronti dell’attesa ha preparato i presenti al momento di preghiera curato dai volontari del Centro Missionario Diocesano. A piccoli gruppi, i bambini sono stati accompagnati all’incontro con Santa Lucia recitando una semplice preghiera e consegnando la letterina adagiandola vicino alla statua. Alla lettera scritta di loro pugno, ai bambini è stato chiesto di aggiungere un’intestazione per la pace. Con il QR-Code presente sulla cartolina di Santa Lucia sono state raccolte alcune preghiere di pace con una particolare attenzione nei confronti della situazione in Terra Santa. “Grazie a questo piccolo gesto –racconta Franca Parolini, vicedirettrice del Centro Missionario Diocesano- l’obiettivo era quello di allargare lo sguardo dei bambini e delle loro famiglie. Chiedere di aggiungere alla loro letterina qualche riga per il dono della pace è un modo per aiutarli a comprendere come il mondo sia più grande di noi e dei nostri desideri. La speranza, però, è andare oltre e pensiamo che la gioia dei bambini sia contagiosa a tal punto da raggiungere tutti i loro coetanei nel mondo”. 

Una volta consegnata la letterina inizia l’attesa più intensa: si aspetta Santa Lucia che, con il suo asinello, porterà doni a tanti bambini nella notte più lunga. Un’attesa che sarà caratterizzata dalla speranza di ricevere quanto affidato nero su bianco alla letterina, ma riletta in modo nuovo: rimettendo al centro la Luce come dono vero per la nostra vita. “Accompagnando tutte queste famiglie in un momento così delicato e bello, l’obiettivo era quello di donare una pennellata di speranza alla vita di ciascuno – conclude don Bruletti-. Una Speranza che ridona vivacità e colore ad ogni cosa perché è la Luce della vita e Santa Lucia ci aiuta a renderci conto di questo grande dono”.

 
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