Dirò solo: avete visto il Signore?
Ma lo dirò in silenzio
e solo con un sorriso
poi non dirò più niente.
Questi sono gli ultimi quattro versi di una splendida poesia di Padre David Maria Turoldo: si intitola “Per il mattino di Pasqua” e ogni sua parola è un invito a un esercizio di stile per testimoniare il mistero pasquale. L’inizio della poesia racconta di un pellegrinaggio simbolico in cui il poeta è mosso dal desiderio di fare un dono a Dio; impresa ardua, poiché “tutto è un suo dono”. L’autore, però, non si perde d’animo e si mette in cammino portando Dio a chi incontra con gesti autentici, concreti e semplici, dal profumo di Vangelo.
La Pasqua ci rimette in moto ogni anno con uno slancio tutto nuovo. E viverla durante l’Anno Santo del Giubileo significa elevare tutto questo all’ennesima potenza. La Pasqua nasce da un pellegrinaggio che le donne fanno verso il sepolcro. Un cammino fatto nella penombra, testa bassa, passo lento, vasi di lacrime e dolore in mano. Ma il raggiungimento della mèta (il sepolcro) non è per loro la fine, ma l’inizio di un nuovo percorso. Un cammino trasformato, alla luce dell’alba di un nuovo giorno e una nuova era, passo svelto e fuoco in cuore. C’è una grande gioia che le fa tornare sui loro passi per annunciare a tutti la grande notizia che da quel giardino è pronta ad esplodere nel mondo intero: il Signore è risorto!
A questo pellegrinaggio siamo chiamati anche noi, a pochi giorni dalla partenza verso Roma di 2000 adolescenti della nostra Diocesi. Ci mettiamo in cammino ricalcando le orme di Pietro, il primo ad entrare nel sepolcro vuoto quel mattino secondo il Vangelo di Giovanni, il primo a sperimentare la forza della Risurrezione passando dal timore all’incredulità fino alla gioia piena. Questa esperienza del Giubileo degli adolescenti sia davvero occasione per rimettere in moto quella stessa fede di Pietro, quella stessa urgenza, che ha abitato David Maria Turoldo, di diffondere nel mondo la notizia su cui si basa la nostra fede: Cristo vive! Vive oggi, nel nostro presente, nella nostra quotidianità, che quest’anno incontra la straordinarietà dell’Anno Santo. “Io sono con voi tutti i giorni”, sentiremo ripetere molte volte lungo questa estate (è il sottotitolo del CRE 2025) ed è la certezza che scaturisce da quel sepolcro vuoto e che anima la nostra speranza.
Questa Pasqua faccia allora di noi dei veri pellegrini di speranza, pellegrini capaci di un annuncio fatto non tanto di parole, ma di attenzioni, gesti e sorrisi che profumano di Vangelo. “Predicate il Vangelo, e se è proprio necessario usate anche le parole” direbbe San Francesco d’Assisi con parole altre. Il succo della questione rimane sempre lì: per annunciare in modo autentico, vero e sincero il Vangelo occorre mettersi in gioco senza riserve, occorre mettersi al servizio con tutto noi stessi, occorre offrire la nostra vita per raccontare un Dio vivente in mezzo a noi. Questo è quello che ogni giorno i nostri oratori cercano di fare.
Buona Pasqua dunque a tutti i nostri oratori, e a tutti coloro che li abitano: ragazzi, adolescenti, giovani, famiglie e volontari, perché animati da questo grande annuncio, continuiamo a camminare insieme, diffondendo intorno a noi semi di vera speranza.
Don Gabriele