“L’oratorio è un’idea irripetibile”: è questa la prospettiva che il Vescovo Francesco ha consegnato lo scorso sabato mattina all’incontro diocesano per le équipe educative dell’oratorio. Una sottolineatura che diventa mandato di cura nei confronti di uno strumento prezioso quanto unico per la comunità educante che ne diventa sempre più corresponsabile grazie alla nascita delle équipe educative. “Le équipe educative -spiega Federica Crotti, vicedirettrice dell’Ufficio Pastorale per l’Età Evolutiva- sono un gruppo di giovani e adulti, preti, laici e consacrati che sono chiamati a prendersi a cuore la regia educativa e pastorale dell’oratorio”.
Così, a dieci anni dalla presentazione all’assemblea diocesana, si stanno a mano a mano affermando come uno strumento diocesano per la cura degli oratori. Il loro ruolo non è soltanto organizzativo, ma ha una prospettiva e un agire educativo dallo sguardo ampio e rivolto alle giovani generazioni. Durante un confronto svolto nell’arco delle 13 serate di incontro dello scorso anno, l’UPEE ha percepito e accolto il desiderio delle équipe educative di potersi ritrovare insieme per guardare ciò che è stato, provare a fare un passo avanti guardando alla realtà odierna e conoscere chi opera “come me e vicino a me” spinti dal desiderio di non sentirsi soli. “Motivazione, formazione e collaborazione” sono gli ingredienti che don Michelangelo Finazzi, vicario episcopale per i Laici e per la Pastorale, ha consegnato alle équipe educative presenti perché “la Diocesi dopo dieci anni ci crede ancora e, nonostante le fatiche, rilancia l’importanza di una regia corresponsabile degli oratori”.
L’incontro, infatti, è partito da un dato di realtà con il racconto del progetto da ciò che è stato fino a ciò che è e sarà, mostrando come le équipe stiano man mano crescendo e nascendo. Don Gabriele Bonzi, direttore UPEE, e Federica Crotti hanno raccontato quanto è stato rielaborato dopo l’ascolto nel territorio che ha permesso all’ufficio di incontrare 57 équipe educative. Durante questi incontri, erano state lanciate varie provocazioni e quanto raccolto in risposta è stato poi rielaborato e riconsegnato nell’appuntamento di sabato. Si nota come essere diversi, all’interno dell’équipe, sia una ricchezza e come la cura del gruppo e delle relazioni, anche al di fuori, possa migliorare il proprio servizio. Risulta sempre importante costruire una rete di relazioni così da chiamare per nome chi abita la propria realtà guardandola non idealmente, ma per ciò che è. Dalle varie riflessioni emerge un punto di lavoro comune: crescere in una dimensione spirituale di gruppo. Perché anche se l’equipaggiamento di fede personale è molto ricco, spesso rimane solo per sé e l’invito è proprio quello di provare a coltivare questa dimensione anche con gli altri.
Dopo aver riletto il cammino svolto finora, Laura Teli, referente diocesana e regionale per il cammino sinodale delle Chiese in Italia e membro del comitato nazionale, ha mostrato alle équipe uno sguardo più ampio a livello sinodale descrivendo le équipe come “qualcuno a nome di tutti”. Nel suo intervento ha invitato tutti ad essere annunciatori sottolineando come il servizio dell’équipe educativa non sia una “piccola sosta di emergenza”, ma che oggi è chiamata a “un’attenzione educativa alla luce del Vangelo”. “Non si agisce come “io” –aggiunge- ma come “noi”. È importante essere parte di una corresponsabilità che profumi di fede”.
“Siate contagiosi” augura don Gabriele Bonzi al termine della mattinata, a cui sono seguite le parole del Vescovo Francesco. Nel momento conclusivo, monsignor Beschi ha rinnovato il mandato alle équipe educative per sottolineare l’importanza e la bellezza di avere persone che, con passione, si prendono cura delle giovani generazioni. “Vi accolgo a cuore aperto e voglio ringraziarvi per il vostro servizio” dice il Vescovo rimarcando il coraggio necessario per svolgere la missione dell’annunciare il Vangelo perché “possa attraversare i volti di bambini, giovani, adulti e anziani”. Non è sempre semplice o scontato perché l’oratorio è un percorso educativo molto impegnativo, ma l’augurio del Vescovo sintetizza ciò a cui sono chiamate le équipe educative: “incarnare l’evangelizzazione nell’educazione come segno di speranza”.