Il Corso Centrale visto dai protagonisti
Cos'è che rende "Centrale" questo corso? Le risposte degli animatori lo raccontano
C’è qualcosa di affascinante nel nome “Corso Centrale”, quasi un invito a chiedersi: cosa rende questo corso davvero “centrale”? Probabilmente la stessa domanda se la sono posta i 120 adolescenti che, con entusiasmo e curiosità, hanno scelto di dedicare ben tre domeniche alla proposta dei loro don e dei loro educatori accettando la sfida di mettersi in gioco.
Il Corso Centrale non è solo un appuntamento: è un punto d’incontro in cui i ragazzi sono chiamati a inquadrare, scomporre e approfondire il loro servizio in oratorio, per poi tornare ai loro paesi con una nuova luce negli occhi e una consapevolezza più profonda nel cuore. È qui che si scopre che l’oratorio non è solo un luogo, ma un viaggio che dura tutto l’anno, fatto di incontri, esperienze ed emozioni che lasciano un segno.
“Mettersi in gioco è la chiave per vivere in modo attivo e positivo ogni esperienza dell’oratorio” racconta Federico dell’oratorio di Costa di Mezzate. Lui, come gli altri, non si ferma solo all’estate del CRE, ma continua durante l’anno con incontri settimanali e aiutando i più piccoli nel catechismo della domenica. Anche Ilaria dell’oratorio di Lallio conferma: “Questo corso mi ha fatto scoprire nuove realtà, vicine eppure mai esplorate. Ho ascoltato i racconti di tanti ragazzi e ho preso un po’ da ognuno, arricchendomi di idee e nuove prospettive”.
Chiara, anche dell’oratorio di Lallio, parla di incontro: “È stato bello conoscere tanti animatori di altri paese, scambiarci idee e confrontarci su come rendere l’oratorio un’esperienza ancora più coinvolgente”. Tornare a casa con una consapevolezza maggiore del proprio ruolo e della responsabilità verso i più piccoli è un pensiero comune tra i corsisti. “Ricomincio il mio cammino con tanta motivazione e voglia di portare qualcosa di nuovo” aggiunge.
Infine, Sofia dell’oratorio di Torre Boldone ha un’altra parola in mente: condivisione. “Abbiamo raccontato cosa accade nei nostri oratori e ci siamo scambiati consigli su come migliorare –spiega-. È stato un corso speciale perché l’ho vissuto con le mie amiche, ma anche con nuove persone che ora fanno parte del mio percorso”. L’esperienza non si esaurisce al corso, ma diventa un bagaglio da portare nella quotidianità dell’oratorio: “Ora so gestire meglio certe situazioni e posso aiutare gli altri a vivere questa realtà nel miglior modo possibile”.
E così, dopo tre domeniche di confronto, entusiasmo e crescita, questi 120 adolescenti hanno trovato la loro risposta: cosa rende davvero “centrale” questo corso? Per alcuni, è la posizione geografica di Bergamo, cuore della Diocesi. Per altri, il fatto che la scuola S.B. Capitanio, che ci ha ospitati, si trovi proprio nel centro della città. Ma la risposta più poetica e profonda è che il Corso Centrale è centrale perché insegna a mettere al centro l’oratorio, il servizio e il ruolo di animatore. E forse è proprio questo il senso. Che sia vissuto attraverso il mettersi in gioco, la scoperta, l’incontro o la condivisione, il percorso dell’oratorio è un cammino che non finisce mai. È un cammino che necessita anche di spazi e momenti in cui fermarsi, rileggere le esperienze, condividerle e confrontarsi con gli altri. E da qui ripartire!