La GiP torna ad animare i venerdì sera con la preghiera

Oltre 300 i giovani presenti al primo appuntamento. La prossima tappa sarà la preghiera mariana in programma per venerdì 13 dicembre

La GiP è tornata e si sente. Lo scorso venerdì, nella Chiesa di Santa Maria in Monte Santo in Seminario, più di 300 giovani hanno accolto l’invito al primo appuntamento di Giovani in Preghiera: un’iniziativa della Diocesi di Bergamo proposta da un gruppo di sacerdoti e seminaristi insieme ad alcuni giovani della PGBG (Pastorale Giovanile Bergamo). Cinque venerdì sera, da novembre a marzo, per i giovani dai 18 ai 35 anni, in cui sperimentare diversi linguaggi di preghiera, perché esistono infiniti modi per mettersi in dialogo con il Signore, e qui ognuno può trovare il suo.

Come da tradizione, il primo appuntamento è stato dedicato alla preghiera di Taizé. Questo metodo di preghiera, che potremmo definire “emozionale”, è caratterizzato da tre elementi: canti molto brevi con parole tratte dai Salmi o da altri passi della Bibbia cantati in varie lingue e ripetuti molte volte, la lettura della Parola e da un lungo momento di silenzio in dialogo con Dio.

 

La preghiera è, però, è iniziata prima dell’appuntamento in Seminario. Nel pomeriggio di venerdì sulle pagine social della Pastorale Giovanile è comparso l’invito a scrivere delle intenzioni di preghiera. Tra le tante l’equipe ne sceglie tre per dare inizio al primo appuntamento di Giovani in Preghiera: per la pace, per chi soffre e per i giovani che sono alla ricerca di un lavoro o lo hanno appena iniziato. Una volta introdotti nel clima di preghiera con i canoni di Taizè intonati dal coro della PGBG, è don Maichol Gherardi, ordinato diacono lo scorso 31 ottobre, a proclamare il Vangelo di Giovanni con l’episodio della cacciata dei mercanti dal tempio.

 

A questo punto prende la parola don Mattia Magoni, docente di catechetica e vocazionista del Seminario di Bergamo che spiega come la preghiera di Taizè sia “molto efficace perché la preghiera degli altri ci attraversa e prende per mano i nostri silenzi, paure e dubbi”.

 

I giovani sono chiamati a prendere delle scelte per la loro vita e la preghiera è indubbiamente un aiuto per intraprendere la strada giusta. “Il Vangelo ascoltato - prosegue don Magoni - ci fornisce la ricetta per imparare a pregare. Gli ingredienti sono tre: nelle nostre giornate serve uno spazio, in mezzo a tutto ciò che facciamo, per metterci in relazione con Dio; serve un tempio, uno spazio dedicato solo a Lui; Il tempio, però, non basta: perché la preghiera sia vera, ciascuno deve consegnare la sua vita, lasciando alla preghiera la possibilità di cambiarla. Infine, quando Gesù dice ai Giudei “distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere” intende che il tempio, è in realtà Cristo stesso. La preghiera non serve a presentare a Dio i nostri desideri e bisogni, anche se a volte è necessario, ma è Lui a dirci ciò di cui ha bisogno per trasformare la nostra vita e il mondo, così che diventino sempre più a Sua immagine”.

 

Durante il tempo disteso di preghiera personale, ai giovani viene proposto di compiere due gesti: inquadrare un qr-code per scrivere un’intenzione di preghiera, che verrà poi letta così che diventi preghiera di tutti, e inginocchiarsi ai piedi della croce, posizionata a terra, appoggiando la testa per affidare la propria vita al Signore.

 

Dopo la benedizione finale, ad opera di don Gherardi, a prendere la parola è don Gabriele Bonzi, direttore dell’Ufficio Tempi dello Spirito, che commosso e grato per la partecipazione numerosa e per la preghiera condivisa che “come un vortice ha attraversato ciascuno” dà l’appuntamento al mese successivo con la preghiera mariana: venerdì 13 dicembre alle 20.30 presso il Seminario di Bergamo.

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