Piedi per terra e cuore nel cielo per festeggiare don Bosco

All'oratorio di Osio Sotto si riflette sulla figura di San Giovanni Bosco e il valore dell'educazione

Se vi capita di passare dall’oratorio di Osio Sotto vi accorgerete che al centro del campo da calcio c’è un grande murales realizzato da Wiz Art: da un lato un volto, quello di San Giovanni Bosco, e dall’altro una delle sue citazioni più famose “Camminate con i piedi per terra e con il cuore abitate in cielo”. 

Dal 25 gennaio al 2 febbraio, si è svolta anche qui la settimana di don Bosco: una settimana di eventi per celebrare l’oratorio, la sua storia e il suo patrono proprio nei giorni in cui la Chiesa ne fa memoria. Il titolo della settimana, scelto da don Michele Bucherato, curato dell’oratorio, è stato proprio quella frase che campeggia al centro del campo. Tanti gli eventi in programma, pensati per ogni età, tra cui le due messe della domenica presso il Cenacolo, accompagnate dalla banda e dal corteo festoso con la statua di San Giovanni Bosco, la serata di fraternità in cui adolescenti e preadolescenti hanno potuto rivivere i bei momenti condivisi durante i campi invernali a Trieste e a Roma e la settimana di vita comune in oratorio per cinque adolescenti di quarta superiore. Da lunedì a venerdì, nella chiesina dell’oratorio, per i bambini e i preadolescenti la proposta dei “10 minuti con don Bosco” è stata l’occasione per pregare insieme scoprendo qualche aneddoto sulla vita del santo. 

Non è stato solo don Bosco a rendere speciale questa settimana. Da qualche anno, è anche il ricordo di don Bepo Vavassori, che proprio a Osio Sotto è nato e ha vissuto la sua infanzia prima di diventare sacerdote e dedicare la sua vita al Patronato San Vincenzo. Per ricordarlo, a cinquant’anni dalla sua morte, la Parrocchia, sotto la guida di don Ilario Tiraboschi, ha organizzato un’elevazione musicale che ha visto coinvolti per la prima volta tutti e quattro i cori parrocchiali a cui ha fatto seguito la messa commemorativa che ha chiuso gli eventi della settimana. Per celebrare la storia dell’oratorio non poteva mancare l’invito a chi quella storia l’ha vissuta e l’ha scritta.  “Quando don Michele mi ha chiesto di venire a celebrare questa Messa non ho saputo dire di no. È un atto di coraggio celebrare in un giorno feriale, in una sera d’inverno il ricordo di San Giovanni Bosco: un ricordo che non tocca la folla, ma il cuore di poche persone! Lo facciamo per trovare nella preghiera la spinta e la ragione per continuare a vivere con passione l’oratorio”: è con queste parole che un emozionato don Michele Falabretti, ex curato dell’oratorio di Osio Sotto ed ex direttore dell’UPEE e del Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile, oggi parroco di Boccaleone, ha dato inizio alla celebrazione della messa per i volontari dell’oratorio venerdì 31 gennaio, giorno in cui la Chiesa fa memoria del santo. “Il granello di senape di cui si parla nel Vangelo è un granello molto piccolo, che sembra non fare rumore, ma che è capace di diventare un grande albero che fa ombra - prosegue don Falabretti -. Anche don Bosco all’inizio non pensava di fare qualcosa per cui essere ricordato più di cento anni dopo la sua morte. È a Bergamo che conosce l’oratorio e vede il seme della cura, della dedizione e della gratuità. Cerchiamo di non perdere quel seme, altrimenti il nostro mondo sarà più povero e i ragazzi rischieranno di non avere più quello spazio di libertà che permette loro di essere se stessi che è l’oratorio”. Al termine dell’omelia ha rivolto un invito a tutti i volontari: “Anche quando le cose non tornano, quando non sono come le abbiamo vissute e pensate, non dimentichiamo che l’oratorio attraverso di noi può continuare a tenere vivo il bisogno di umanità, relazioni, amicizia e di legami. Il Signore ci doni di continuare ad avere un cuore che sogna la vita del mondo”.
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