Una serata di novità, prospettive inedite e passi da vivere insieme: la presentazione delle proposte per gli oratori, gli adolescenti e i giovani della nostra Diocesi può essere riassunta così e ha racchiuso in sé un nuovo modo di guardare alla pastorale giovanile. E non solo.
La scelta di presentare le proposte ai sacerdoti insieme ai laici e ai consacrati, è stata la prima novità. Questa scelta nasce dal desiderio di leggere i tempi che cambiano e costruire un volto di Chiesa sempre più sinodale. “Facendo verifica e guardando al territorio, ci siamo accorti di come la corresponsabilità dei laici sia in aumento – ha detto nella sua introduzione don Gabriele Bonzi, direttore dell’Ufficio Pastorale per l’Età Evolutiva, l’ufficio Tempi dello Spirito e l’Ufficio Vocazioni, che ha guidato la serata -. Ad oggi la regia degli oratori ha un volto sempre più sinodale e sempre più laicale: accanto ai parroci e ai posti curati e consacrati e consacrate rimasti, va crescendo la presenza decisiva di tanti laici: abbiamo i membri delle équipe educative, diverse figure di educatori professionali o volontari che portano avanti la pastorale degli adolescenti, dei giovani e anche degli oratori stessi. Se penso alla pastorale giovanile, penso al volto di una comunità e di una chiesa che in forma davvero sinodale se ne prende cura, e questo volto è ben visibile questa sera qui in sala”. Lo sguardo, dunque, si allarga, e non solo ad intra, ma anche ad extra, coinvolgendo nella presentazione delle proposte altre realtà e uffici diocesani che si prendono cura di adolescenti e giovani. “Sono tanti – ha aggiunto don Bonzi- i soggetti che operano in questo campo e coinvolgerli stasera è un segno per sottolineare il desiderio di camminare insieme, facendo rete tra attenzioni diverse che pongono però al centro le stesse persone”.
La pastorale giovanile è al servizio di un periodo di crescita tra i più delicati. È una fascia d’età che don Bonzi paragona a una foresta che cresce meravigliosa e silenziosa, presente nelle comunità seppur con cammini non stabili o predefiniti, che rischiano a volte di renderla invisibile. I giovani oggi cercano spazi e orizzonti nuovi. E proprio su questa fascia d’età la Chiesa continua a interrogarsi lanciando provocazioni: già nel 2017, Papa Francesco spinse per una pastorale giovanile che sapesse andare a braccetto con la pastorale vocazionale in un cammino accompagnato sempre dalla cura per la vita spirituale. “L'idea -prosegue don Bonzi- è che la nostra pastorale giovanile sia più vocazionale e più spirituale, andando ad intrecciare sempre di più questi mondi con il desiderio di arricchirsi reciprocamente. Questa sera abbiamo iniziato con il brano che racconta la Pentecoste, brano scelto dal nostro Vescovo Francesco per accompagnare l’anno pastorale in Diocesi. Mi piace pensare che ci troviamo sì in un periodo di grandi trasformazioni, ma accompagnati per mano dallo Spirito Santo. Delle volte ci sembra di essere in balia di questo vento di cambiamenti radicali e non sappiamo bene cosa fare. È un tempo di sfide, novità e inizi da abitare e in cui affidarsi per trovare la strada. Dice un antico adagio che “quando soffia il vento del cambiamento, alcuni costruiscono muri, altri costruiscono mulini a vento”. Noi siamo per la seconda strategia. La Chiesa degli inizi è riuscita a star dentro a queste dinamiche e proprio nella Pentecoste lo Spirito Santo l’ha spinta ad uscire, a trovare lingue nuove per raggiungere tutti senza confini e oltre i propri limiti. I nostri adolescenti e giovani, ogni tanto, sembra parlino lingue a noi adulti sconosciute. Facciamo un po’ fatica a riconoscerne i linguaggi e a comunicare con loro, ma credo che lo Spirito Santo saprà offrirci il canale comunicativo giusto nell’oggi per essere ancora capaci di portare al mondo l'annuncio del Vangelo. Che è in fondo la missione per cui esiste la pastorale giovanile, degli adolescenti e di tutti i nostri oratori”.