Vita Comune Giovani: parte il progetto

La condivisione, il servizio e il cammino di fede sono gli ingredienti per accogliere i giovani

“Ci sono tre giovani, una casa vicino a una chiesa e un prete”: potrebbe sembrare l’inizio di una barzelletta, eppure non lo è. Anzi, questa è la descrizione estremamente sintetica di quanto sta accadendo in questi mesi a Verdello, dove ha da poco preso il via una delle esperienze diocesane di vita comune per giovani. Ebbene, dove nasce questa idea? Fondamentalmente dall’incontro di due esigenze: da un lato ci sono giovani, dai 19 ai 30 anni, che cercano uno spazio di vita condiviso, in cui non soltanto fare i “coinquilini”, ma vivere da fratelli. Dall’altro ci sono parrocchie e istituti religiosi, disponibili a dare nuova vita a luoghi che magari erano rimasti vuoti in senza una specifica funzione.
 
Tutti questi ingredienti hanno dato il la per la costruzione di un vero e proprio progetto, con tre pilastri alla base: condivisione, servizio e cammino di fede (qui la spiegazione è ridotta all’osso, se sei curioso trovi il racconto del progetto sulle pagine Instagram e Facebook @pgbg_). In questi primi mesi di “rodaggio” le esperienze nate sono varie, e siamo stati a visitare la casa di Verdello, dove vivono Enrico e Mattia (coetanei di 26 anni, entrambi lavoratori) e Matteo (23 anni, studente). La loro esperienza è cominciata ormai da un paio di mesi. La routine che ci raccontano è fatta di cose semplici, molto “quotidiane”: c’è chi lavora e chi studia, ci sono da incastrare le piccole mansioni domestiche e gli impegni di servizio. Per tutti e tre l’attenzione è rivolta in alla parrocchia e all’oratorio, in particolare al gruppo degli adolescenti, che seguono quasi settimanalmente. Dai loro racconti emerge l’aver scoperto un modo di vivere nuovo, diverso da tutte le esperienze precedenti: “Mi era già capitato di fare esperienze di vita comune brevi – racconta Mattia, originario proprio di Verdello – come il fratello alla grande che si fa con gli adolescenti. Da quelle esperienze brevi è nato il desiderio di vivere qualcosa di più, insieme a Matteo ed Enrico oggi mi trovo qui”. Oltre al servizio c’è anche l’elemento della preghiera: “Ogni settimana, insieme a don Mario (curato di Verdello), facciamo un momento di Lectio Divina – dice Matteo, pognanese trasferito a Verdello – è un’occasione per fermarsi e rileggere quello che viviamo non solo con le nostre parole, ma con la Parola di Dio”.
 
Anche i momenti di condivisione non mancano, e per vivere insieme è stato necessario mettere “nero su bianco” un regolamento: “Alcune cose sono di buon senso, altre «regole» ci servono per non perdere i pezzi, come avere dei momenti di preghiera fissi, altre ancora nascono da alcune esigenze, come non sprecare energia o organizzarsi bene per gli spazi in casa” racconta sempre Mattia. Al di là di questi aspetti, è stato poi interessante capire il “perché” un giovane dovrebbe fare vita comune; La risposta è ovviamente personale, ma quello che ci hanno testimoniato Enrico, Mattia e Matteo, è che tutto nasce da un desiderio: da una parte uscire di casa, acquisire maggiore autonomia, scoprirsi un po’ fuori dalla propria comfort zone, dall’altro quello di fare tutto questo non “a caso” ma con un’idea precisa di condivisione e vita fraterna: “se dovessi dare due consigli agli altri giovani direi loro di non aver paura a buttarsi, ma anche di non fare questa scelta «alla leggera» - dice Matteo – perché è un’esperienza bellissima, ma serve volerla veramente”. Insomma, un progetto ambizioso, e proprio per questo bello e impegnativo!

Oltre alla casa di Verdello sono altre le strutture che si stanno attivando e avviando. Per maggiori informazioni (per esempio per leggere il progetto), basta consultare il sito oratoribg.it ed eventualmente scrivere una mail di “candidatura” a upee@curia.bergamo.it.
Il progetto è partito, ora si viaggia “A tutta vita (comune)!”.
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