Incontrare il Vangelo

Chiedere a un adolescente di mettersi in gioco davanti alla parola di Dio può sembrare una proposta folle, ma gli oratori di Grumello e Telgate si mettono in gioco.

Chiedere a un adolescente di mettersi in gioco davanti alla parola di Dio può sembrare una proposta folle, ma, nelle parrocchie di Grumello e Telgate, è ormai diventata una sfida che viene puntualmente accettata. La quaresima è un periodo in cui bisogna tendere l’orecchio per ascoltare una Parola buona e, dalle sue provocazioni, gli adolescenti sanno trarre dei pensieri in grado di meravigliare le loro comunità.

Ogni anno, i ragazzi degli oratori di Grumello e Telgate sono chiamati a mettersi in gioco per preparare la via crucis insieme ai propri educatori. “La via crucis è organizzata per tutta la comunità ed è la più partecipata – spiega don Alberto Varinelli, curato degli oratori di Grumello e Telgate -. Ciò che chiedo agli adolescenti è di essere protagonisti e di mettersi in gioco davanti alla Parola di Dio”.

Ispirati dal commento di don Alberto e guidati dagli educatori, i ragazzi si lasciano provocare da quanto scritto e scelgono un argomento da sviluppare all’interno della via Crucis. I temi proposti sono sempre attuali e stanno a cuore ai ragazzi. “Quest’anno a Telgate abbiamo scelto di affrontare il tema della donna visti i numerosi interventi del Papa riguardo al ruolo della donna nella Chiesa – racconta don Alberto -. A Grumello, invece, si è approfondito l’argomento del volontariato per valorizzare il tempo donato alla comunità”.

Alla fine della via crucis, gli adolescenti lasciano un segno alla comunità. Un modo per ricordare quanto ascoltato durante la serata. La comunità di Telgate ha ricevuto in dono un seme di girasole, simbolo della fertilità. Alla parrocchia di Grumello, invece, è stato lasciato un orologio che segna le tre del pomeriggio per ricordare Chi ha donato la propria vita per l’umanità e il tempo che ogni volontario spende quotidianamente.

Esporsi sulla spiritualità non è mai semplice. È un’azione che a qualunque età risulta complicata. “Inizialmente – dice don Alberto – c’è un po’ di fatica da parte degli adolescenti, ma poi i ragazzi sono molto disponibili. Alla fine della via crucis sono felici e soddisfatti di ciò che sono riusciti a fare”. Anche la comunità condivide i sentimenti dei più giovani. “Per entrambe le parrocchie – prosegue don Alberto – è un momento molto sentito. Piace vedere come i ragazzi interpretino la Parola. La comunità rimane stupita da come gli adolescenti siano capaci di lasciarsi provocare”.

La lunga preparazione, la cura dei dettagli e i temi sviluppati durante la via crucis sono un’occasione per mettere in gioco gli adolescenti in ambiti che non sono soliti abitare. “Capiscono che la fede è una questione che riguarda anche loro –sottolinea don Alberto-. Sono colpiti dalla bellezza della Parola di Dio perché ricca di significato. Ciascuno di noi può trovare degli insegnamenti utili alla propria vita”.
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