Gli adolescenti "mettono su casa" in oratorio
All'oratorio di Gorle si scopre la bellezza della condivisione
Stra-ordinario: trovarsi in oratorio e vivere insieme condividendo spazi, tempi e abitudini è qualcosa che va oltre la solita routine. “È una decisione che può sembrare banale – racconta Michela, un’adolescente – ma è un’esperienza molto forte”. Gli adolescenti di terza e quarta superiore dell’oratorio di Gorle, però, hanno scelto di vivere a pieno questa proposta riflettendo sulla straordinarietà. Un’esperienza che, in quaresima, non poteva far altro che arricchire il cammino verso la Pasqua con momenti forti e significativi.
“Il tema della convivenza è stato la straordinarietà – spiega Chiara, un’educatrice – Oltre al ritrovarsi in oratorio, la tematica ha preso forma riflettendo su alcune figure che hanno reso la loro ordinarietà ‘stra’ ovvero ‘Stra-bella’, ‘Stra-speciale’. La straordinarietà è diversa dalla perfezione e sta anche nel riconoscere quali siano i propri limiti”. Oltre a comprendere i propri difetti, bisogna anche essere capaci di condividere ciò che si prova.
“Condivisione per me è riuscire a mostrare parti che tenevo solo per me stessa” racconta Martina, un’adolescente che grazie a questi giorni vissuti insieme ha potuto conoscere più a fondo se stessa e suoi compagni d’avventura. Durante la convivenza, poi, si instaurano relazioni in cui è possibile condividere anche le belle giornate e le difficoltà di chi vive con te. “Per noi educatori – sottolinea Chiara – è un momento importante perché riusciamo a conoscere meglio i nostri ragazzi. Loro si sentono molto liberi di parlare e sanno che noi siamo lì per loro”.
“Fare la convivenza in quaresima – spiega Camilla, un’educatrice – ci ha dato la possibilità di dare spazio ad alcuni momenti di vita della comunità dandogli un’importanza significativa”. Il periodo forte ha caratterizzato i momenti di preghiera e d’incontro. Gli adolescenti hanno partecipato alla cena del povero organizzata dal gruppo missionario e hanno animato la messa del venerdì.
L’esperienza ha dato anche tante occasioni di riflessione, ma anche di festa. “Il ricordo migliore –racconta Michela- sono state le lacrime che abbiamo condiviso leggendo le lettere dei nostri genitori. Grazie a questa sorpresa ho compreso quante cose diamo per scontate nel legame che abbiamo con loro. Leggere ciò che tu significhi per loro ti fa capire che, senza, saremmo persi”. Martina, invece, ha avuto la fortuna di vivere il giorno del suo compleanno in convivenza: “I miei amici hanno reso quel giorno uno dei più belli della mia vita. Non li ho mai sentiti così vicini”. Proprio come in una vera famiglia in cui si festeggiano i traguardi di ciascuno e “su cui si può contare” come ricorda Laura.
“Ciò che mi porto a casa – racconta Camilla – è l’immagine di un gruppo unito. A fine settimana i ragazzi sapevano condividere tutto a pieno”. Un gruppo di adolescenti che ha scoperto la sua straordinarietà tramite anche a dei piccoli insegnamenti. “Dopo la convivenza – promette Laura- farò tesoro di tutte le persone che rendono straordinaria come i miei genitori, i miei catechisti, i miei amici, Dio”. “Nonostante l’insicurezza, la tristezza o la delusione che ti possono pervadere –sottolinea Martina- ci sarà sempre qualcuno che ti considera unico, importante, straordinario. Qualcuno che ti vorrà bene nonostante tutto e cercherà di vedere in te i tratti migliori”. Grazie alla convivenza questi ragazzi hanno scoperto il valore di loro stessi. Un valore che si rischia di dare per scontato, ma che, invece, è davvero stra-ordinario.