L’oratorio si reinventa

L’oratorio di Dalmine sta sfruttando i canali social anche per aiutare i propri ragazzi a riflettere sulla situazione delicata che si sta vivendo.

 

Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, gli oratori hanno cercato con creatività tanti modi diversi per tenersi in contatto con i ragazzi e la comunità. Dalla riunione in skype alle messe in streaming, i canali dei social sono diventati uno strumento molto importante passando dall’essere un mezzo per lo più informativo a un ponte per sentirsi comunità. L’oratorio di Dalmine sta sfruttando questi canali anche per aiutare i propri ragazzi a riflettere sulla situazione delicata che si sta vivendo.

Negli ultimi giorni, gli educatori e i volontari dell’oratorio di Dalmine hanno rilanciato delle provocazioni sui canali social. “Abbiamo scelto di riprendere il materiale proposto dall’UPEE E quindi uscimmo a riveder le stelle da cui abbiamo tratto sei schede che pubblichiamo quotidianamente sul sito e sui canali social dell’oratorio nei giorni che precedono il Triduo Pasquale. La domenica abbiamo lasciato spazio alla riflessione di don Roberto, mentre durante il Triduo ci concentreremo di più sulla preghiera”.

Rosa Scerra e Fabio Giampaolo sono i due educatori dell’oratorio di Dalmine che, tramite i social, cercano di mantenere i legami con gli adolescenti, ma anche con tutta la comunità. “La proposta di riflessione è nata per gli adolescenti, ma siamo riusciti a coinvolgere anche giovani e adulti da cui stiamo avendo un buon riscontro – racconta Rosa -. Sembra che i ragazzi facciano più fatica a mettere per scritto le loro emozioni e i loro pensieri del momento. Arrivano tanti spunti di riflessione soprattutto dai volontari che lavorano con i giovani perché si sentono partecipi e attivi”.

Ai momenti di riflessione, si alterna il contest lanciato domenica con l’hashtag #iloveosg. Ai ragazzi è stato chiesto di condividere un bel momento vissuto in oratorio con l’intento di avvicinarsi al loro mondo e al loro linguaggio. “Inoltre, questa settimana – aggiunge Fabio – sarebbe stata la settimana di convivenza del gruppo giovani e così abbiamo istituito un momento di ritrovo dei giovani, con lettura e commento del vangelo in diretta Skype. Per tutta la comunità rimane disponibile la meditazione di don Roberto sulla pagina YouTube dell’oratorio”.

Mantenere i legami a distanza non è semplice. All’oratorio di Dalmine ogni educatore mantiene i contatti con il proprio gruppo e dai ragazzi è arrivata la proposta di proseguire gli incontri in videochat. “Manteniamo il legame con loro tramite i social e dei semplici messaggi per sentire come stanno. Cerchiamo di capire come stanno vivendo questo periodo -spiega Rosa -. Non è semplice gestire la comunicazione da lontano perché ogni ragazzo ha le sue esigenze”. Nonostante le difficoltà, però, l’oratorio di Dalmine non si tira indietro e continua a supportare a distanza i propri adolescenti.

La situazione non è semplice neanche per gli educatori che si sono ritrovati a gestire una situazione nuova. “Ci troviamo svuotati di tutta la nostra quotidianità – prosegue Rosa -. Il fatto di non poter vivere a pieno l’oratorio è davvero molto strano. L’oratorio è fatto di persone. Questa situazione ci coinvolge tutti e ci priva di tante libertà”. Da questo momento insolito, però, si possono imparare molte cose.

“Il legame che si è costruito con i ragazzi può essere valorizzano anche in situazioni come queste. Con chi, invece, non siamo stati in grado di legare è più difficile dialogare. Abbiamo imparato che pensare delle attività di ragazzi che non siano in presenza risulta difficile. Dobbiamo vivere con modalità nuove che nessuno ha mai sperimentato. Molti adolescenti si trovano affrontare la propria fragilità e magari in un contesto normale sarebbe stata più semplice gestire questi momenti difficili. La presenza fisica ha un impatto emotivo importante e la lontananza, in questi casi, non aiuta”.

“Come educatori – conclude Fabio – manca la relazione fisica con i volontari e i ragazzi. Si cerca di sentire vari ragazzi personalmente utilizzando i social. Vogliamo sentire come stanno e dare loro la possibilità di riflettere e pregare”. Situazioni straordinarie richiedono una creatività straordinaria. Una straordinarietà che gli oratori bergamaschi stanno mettendo in gioco e da cui si potrà anche imparare.

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