Un saluto, una parola, una preghiera: i ragazzi degli oratori della Val di Scalve si raggiungono con tre gesti semplici, ma che, in un momento come questo, assumono un significato ancora più profondo. Le relazioni si sono trasferite online e per raggiungere tutti si sperimentano nuove vie. L’obiettivo è quello di non far sentire i ragazzi abbandonati a se stessi e sperimentare nuovi modi di essere comunità.
Nella parrocchia di Vilminore e in quelle limitrofe incontrarsi non è semplice. Le comunità sono frazionate, ma i volontari e il parroco hanno trovato diversi modi per far sentire tutti più uniti. “Ogni domenica, a un quarto a mezzogiorno, facciamo una preghiera comunitaria dal campanile con dei megafoni -racconta don Angelo Scotti, parroco di Vilminore-. Poi inviamo un video con una preghiera a tutti coloro che lo desiderano. Sono modi nuovi e diversi, ma ci aiutano ad essere comunità anche se ciascuno si trova a casa propria”.
Ai ragazzi della catechesi e agli adolescenti dalla Val di Scalve sono stati dedicati diversi incontri online per ritrovare quello spirito di aggregazione a cui erano abituati. Essendo sempre connessi davanti a un PC per la scuola o per altre motivazioni, la proposta si è sviluppata in maniera differente rispetto ad altre occasioni. Lo scopo principale di ogni incontro era quello di non far sentire soli i più giovani e tenersi in contatto. “Si parte da un semplice saluto. Basta chiedere ‘Come stai?’ a chi si trova dall’altra parte dello schermo per rendere la videochiamata un po’ più ‘umana’ -prosegue don Angelo-. Lo step successivo è quello della parola. Per i più piccoli questo momento è legato al Vangelo, mentre per gli adolescenti è un lavoro di introspezione. In quattro settimane abbiamo proposto loro quattro tematiche diverse: virus, cambiamento, cosa farai appena tutto questo sarà finito e l’estate. Dato che in un incontro online è difficile ascoltare la voce di tutti e si rischia di sovrapporsi l’uno con l’altro, abbiamo fatto un giro di opinioni su ogni parola proposta. Una volta alla volta, ciascun adolescente ha espresso la sua idea ed ha ascoltato quella altrui”.
Gli incontri della catechesi online hanno coinvolto non solo i ragazzi, ma anche le famiglie. Tutte le chiamate, infatti, sono state fatte in orari in cui anche i genitori potessero interagire con l’incontro. È stata una catechesi ampliata che ha coinvolto tutti. Anche gli adolescenti hanno avuto il compito di coinvolgere gli altri. Ciascuno di loro doveva invitare un amico per poter allargare la proposta e raggiungere tutti.
In un tempo così difficile e allo stesso tempo inedito non è semplice comprendere cosa si porteranno a casa i ragazzi. “La mia speranza è che loro si siano accorti della realtà che li circonda nel bene e male -conclude don Angelo-. Intanto mi rendo conto che, in questo periodo, anche noi adulti abbiamo imparato qualcosa da loro. I ragazzi ci hanno insegnato come utilizzare questi nuovi mezzi. Sono modi nuovi, ma comunque efficaci per creare comunità. Una comunità unita che raggiunge ciascuno nella propria casa”.