Giocare... a che cosa?

Di certezze non ne abbiamo, sappiamo solo che dobbiamo fare un Cre unico: un'avventura da Hurrà agli oratori di Romano di Lombardia.

Giocare è bello, insieme lo è ancora di più, ma bisogna scegliere a cosa giocare. La scelta del gioco implica anche una scelta di ruoli grazie a cui ciascuno può scendere in campo con i suoi punti di forza e le sue fragilità facendo rete. La collaborazione che vogliamo raccontarvi oggi è quella che è stata costruita dagli oratori di Romano di Lombardia e tanti altri enti del territorio per regalare cinque settimane di spensieratezza e socialità a tanti bambini e ragazzi.

Anche se lavorare insieme non è sempre semplice, agli oratori di Romano di Lombardia è diventata “una necessità primaria” come sottolinea don Loris Fumagalli, curato e responsabile di entrambi gli oratori: “Il compito grande che è stato dato alle parrocchie di Romano di Lombardia è quello di lavorare insieme e crediamo che il Cre sia un’espressione viva ed efficace di questa collaborazione che siamo chiamati a far nascere”. Ad aiutare don Loris nella realizzazione di questa sfida ci sono cinque coordinatori (Matteo, Pierclaudia, Eleonora, Aurora e Michela) e un seminarista (Matteo).

 

Ovviamente, lavorare insieme non è sempre semplice. Occorre accettare il punto di vista dell’altro, rivedere il modo di procedere a cui si era abituati, ascoltare le esigenze del territorio e trovare una mediazione tra le realtà. Negli oratori di Romano di Lombardia, questo processo è avvenuto due volte: la prima quando si è trattato di unire i Cre dei due oratori, la seconda quando la rete si è estesa a tutto il territorio coinvolgendo tantissimi enti. Il percorso che è stato fatto per costruire la forte collaborazione che si vede oggi è iniziato circa due anni e mezzo fa, più precisamente nel gennaio del 2019. “Il don ha esordito dicendo Di certezze non ne abbiamo, sappiamo solo che dobbiamo fare un Cre unico” racconta Matteo, uno dei coordinatori, sorridendo. È da lì che, tra paure e opportunità, è nato il Cre come lo è oggi. L’unione delle forze ha permesso di creare qualcosa di ancora più bello ed efficace per il territorio e ha consentito ai coordinatori e agli animatori di comprendere l’importanza del rimettersi in gioco costantemente. Non sentirsi mai arrivati è un po’ il motto che sprona i due oratori di Romano di Lombardia ad andare avanti.

 

Dopo il primo Cre unito datato 2019, nel 2020 gli oratori si sono trovati davanti a un’altra sfida: organizzare l’Estate Ragazzi nel pieno rispetto delle normative anti-contagio. Da quel momento la rete si è estesa a tutto il territorio coinvolgendo tantissime realtà che arricchiscono il Cre con la loro esperienza. “Dopo la scorsa estate -dice Aurora, coordinatrice- siamo riusciti a creare il patto di comunità, un’aggiunta che impreziosisce ulteriormente il Cre”. Un risultato, questo, che ha dato ancora più forza alla proposta estiva pensata per i ragazzi. “Il patto di comunità è una realtà molto bella e interessante che quest’anno ha preso vita -spiega don Loris-. Nasce da un lavoro, già avviato, di collaborazione e di relazione tra tutti gli enti educativi della città di Romano. Da tutto ciò è partita la scrittura ufficiale tra le parrocchie, gli istituti comprensivi e il comune con cui ci siamo messi d’accorso per unire le forze e preparare una proposta che entrasse dentro il Cre andando a incrementare la possibilità, la professionalità e la bellezza delle attività che si potevano produrre”.

 

Nel concreto, il patto di comunità si realizza attraverso la collaborazione con i diversi enti del territorio. Si parte dagli istituiti comprensivi che, insieme al Teatrodaccapo, hanno proposto quattro laboratori espressivi per poi proseguire con il sostegno che l’AVIS rinnova ogni anno. La Caritas del territorio e la cooperativa Gasparina si sono occupati della distribuzione dei pasti e della pulizia degli spazi. Per le attività più laboratoriali, invece, sono scesi in campo gli scout del gruppo Morengo 1, la società Romano Rugby, L'Elfodèco, il gruppo missionario delle due parrocchie, la biblioteca e l’artista WizArt. All’interno della rete, esiste anche una collaborazione avviata con l’Ufficio dei Servizi Sociali del comune per aiutare e accogliere anche i più fragili.

 

Oggi agli oratori di Romano è l’ultimo giorno di Cre. Bambini, ragazzi, animatori, coordinatori e don si saluteranno per lasciare spazio a nuove esperienze, ma con tanta gratitudine per ciò che hanno vissuto in queste cinque settimane di pura allegria. Tirando le somme, anche i coordinatori si portano a casa qualcosa di bello da non dimenticare. “Non bisogna mai dimenticare che ogni giornata di Cre chiede di ripartire sempre da capo -sottolinea Pierclaudia-. Mai sentirsi arrivati”. Eleonora, invece, ricorda come l’obiettivo del Cre non sia semplicemente quello di far divertire i ragazzi, ma di mettersi in gioco con loro: “È importante vivere con loro ogni esperienza”. “Non bisogna mai perdere l’entusiasmo” suggerisce Aurora, mentre Matteo riconosce come l’insegnamento più bello sia stato proprio sotto i loro occhi ogni giorno. “Una cosa che non dobbiamo mai dimenticare, l’abbiamo scritta proprio sulla maglietta dei coordinatori: Stando insieme non si perde mai”.

 

 
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