Adolescenti protagonisti

Pur lungo che sia, un cammino inizia sempre con il primo passo e, domenica scorsa, gli adolescenti dell’oratorio di Bolgare ne hanno fatti parecchi.

Pur lungo che sia, un cammino inizia sempre con il primo passo e, domenica scorsa, gli adolescenti dell’oratorio di Bolgare ne hanno fatti parecchi. Dopo un anno di attesa, i ragazzi di terza media sono stati protagonisti del tradizionale “rito d’iniziazione” che ha aperto loro le porte del gruppo adolescenti. I cresimati hanno colto l’occasione per ragionare su se stessi, sui loro compagni di viaggio e su ciò che si aspettano dal futuro con dei gesti semplici, ma efficaci.

 

Il rito di passaggio ha avuto inizio con la messa in cui i ragazzi sono stati salutati dai loro catechisti per essere accolti dagli educatori adolescenti attraverso una preghiera. Dalla Chiesa sono poi passati ai sotterranei dell’oratorio, luogo delle prime prove da affrontare. “Il rito d’iniziazione è una tradizione con cui accogliamo le nuove leve del gruppo adolescenti -spiega Luca Frettoli, coordinatore degli educatori adolescenti dell’oratorio di Bolgare-. I ragazzi svolgono diverse attività grazie a cui rileggono il loro cammino e si lanciano verso il futuro”.

 

Arrivati nei sotterranei dell’oratorio, i ragazzi hanno indossato una tuta da imbianchino per poi proseguire nelle diverse tappe pensate per loro e scandite da alcune domande come “Cosa lascio dietro di me?”, “Chi sono?”, “Cosa voglio fare?”, “Quali sono i miei sogni?” e “Cosa vorrei ricevere dal gruppo adolescenti?”. I ragazzi hanno risposto ad ogni quesito in maniera differente. Nella prima stanza, la rilettura del loro cammino è stata affidata a dalle pareti bianche su cui hanno scritto i loro pensieri. La seconda tappa, invece, è stata caratterizzata dal silenzio. I ragazzi sono stati accolti in due stanze illuminate solo dalla luce di un grande punto interrogativo. Ciascuno di loro aveva il compito di sostare lì riflettendo su di sé. Le risposte legate ai sogni sono stata gridate dal palco del teatro davanti alla platea degli educatori adolescenti, mentre nell’ultima tappa i ragazzi sono tornati a scrivere sui muri le loro aspettative, ma stavolta in luogo con un significato ben preciso. La stanza finale, infatti, fa parte di un progetto che trasformerà l’ex casa del curato in una casa pensata su misura per gli adolescenti. Il rito d’iniziazione si è poi concluso con un gioco per le vie del paese tramite cui i nuovi adolescenti si sono presentati alla comunità e hanno scattato la loro prima foto di gruppo in piazza.

 

“Sui muri della prima e dell’ultima stanza abbiamo trovato diverse parole che ci hanno colpito -racconta Luca-. Ciascuno ha interpretato a modo suo la prima domanda. C’è chi ha riletto il cammino ringraziando per le emozioni e i doni ricevuti e chi invece ha esternato il desiderio di lasciarsi alle spalle l’insicurezza e la paura che la pandemia ha portato con sé. Sono adolescenti che sperano di ricevere delle responsabilità, di costruire nuovi legami e di sperimentare la loro creatività. Le parole scritte sul muro dell’ultima tappa dicono questo. Hanno voglia di relazionarsi con spontaneità, di stupirsi e di mettersi in gioco”.

 

A settembre, i cammini adolescenti dell’oratorio di Bolgare riprenderanno a pieno regime anche se rimangono aperte ancora tante incognite. “Ad oggi non sappiamo come potremmo riprendere con le diverse proposte, ma abbiamo voglia di ripartire, di tornare a incontrare i ragazzi in presenza e con continuità -conclude Luca-. Domenica gli adolescenti ci hanno dato la carica e speriamo di vederli presto protagonisti in oratorio. È un’occasione per tornare a casa, per iniziare un cammino che li porterà a spendersi al servizio della comunità”.

 
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