Una piccola (ma grande) prova pratica d’amore: il senso del Natale può essere racchiuso qui. Tutto il suo significato può prendere forma attraverso tanti gesti all’apparenza scontati, ma che in realtà hanno un peso enorme perché aiutano a vivere questo tempo consapevolmente. A coltivare la consapevolezza degli adolescenti, negli oratori di Casazza, Monasterolo e Gaverina sono stati gli educatori che, insieme al don, hanno coinvolto i ragazzi attraverso alcune attività in vista del Natale. Ogni occasione d’incontro è stata e sarà una tappa importante per l’Avvento.
“Quest’anno con il gruppo adolescenti abbiamo scelto di affrontare il tema dell’amore -spiega Daniele Zambetti, uno degli educatori degli oratori di Casazza, Monasterolo e Gaverina-. Andando in continuità, ci siamo chiesti come il Natale potesse parlare d’amore e ci siamo resi conto che può farlo attraverso tantissime forme: da un piccolo servizio alla comunità fino all’incontro con Dio che si fa uomo”. Davanti a una scelta così ampia, gli educatori hanno pensato a diverse tappe di avvicinamento in vista del Natale. Gli adolescenti sono stati coinvolti prima nell’addobbare l’oratorio poi nell’animazione per Santa Lucia e, infine, settimana prossima vivranno insieme le confessioni. “Preparare insieme l’albero è stata una piccola prova pratica d’amore -aggiunge Daniele-. I ragazzi si sono messi al servizio della comunità nella semplicità e nella concretezza. Anche l’organizzazione dei giochi per Santa Lucia ha voluto trasmettere questo. Non servono grandi gesti per sperimentare l’amore, ma è importante viverli”.
Accompagnare gli adolescenti durante l’Avvento è una sfida che si rinnova ogni anno. Gli educatori non accompagnano solamente i ragazzi al Natale, ma anche loro stessi nella logica della condivisione di un cammino comune. “Prima di proporre agli adolescenti delle attività -racconta Daniele- c’è sempre un confronto tra noi educatori. La questione che ci ha interrogato stavolta è racchiusa in una domanda: ‘Cosa c’entra il Natale con l’amore?’. La risposta è ovvia, renderla concreta è la sfida. Il Natale ci ricorda come l’amore sia importante nella nostra vita a partire dalle persone che ci circondano”. Da quel momento, l’obiettivo degli educatori è stato quello di dare risalto ai gesti d’amore che si possono vivere a Natale.
Alcuni di questi sono stati realizzati insieme, mentre altri sono stati rilanciati sul piano personale invitando tutti a stare accanto alle persone importanti della loro vita. “Anche Dio che si uomo è amore e se si fa uomo vuol dire che è qui con noi. Dopo ogni attività abbiamo invitato i ragazzi a riflettere sul senso di ciò che stavano facendo. Abbiamo chiesto loro se quei gesti rappresentassero dei semplici favori oppure se dietro ci fosse qualcosa di più. La provocazione è tutta in una domanda: ‘Come Dio riesce a farsi presente oggi?’. È una cosa che interroga gli adolescenti, ma anche noi educatori”.
Il “farsi presente” è stato lasciato alla libera interpretazione dei ragazzi. Può essere un invito a vedere Dio nelle persone che hanno accanto, ad aguzzare la vista per scovare dei doni nelle loro giornate oppure a comprendere come possa parlarci nel 2021. Di interpretazioni possono essercene molte, ma il cammino rimane comune. “Stare con i ragazzi ci permette di vivere il tempo con più consapevolezza -conclude Daniele-. Ogni tappa rappresenta un’occasione per loro, ma soprattutto per noi perché siamo responsabili di ciò che trasmettiamo. Scegliere con cura il messaggio da far arrivare a destinazione con efficacia, ci aiuta a fermarci ed elaborare ciò che stiamo vivendo. Stare accanto agli adolescenti significa anche questo: aver cura di ciò che vivono ed esserne consapevoli”.