Sentirsi parte di una Chiesa più grande

A “fare chiasso” c’erano anche i ragazzi dell’oratorio di Curno. Armati di fischietto e felpa arancione sono partiti all’alba per raggiungere Roma e vivere due giorni unici e indimenticabili.

Invitare gli adolescenti a Roma per incontrare il Papa e riceve la risposta di 80.000 ragazzi che hanno colmato il lungo digiuno di piazza San Pietro. In questi giorni di ricordi, rilettura e nostalgia ciò che emerge di più è lo stupore dei grandi. Il mondo adulto è stato quasi preso in contropiede da tutti questi adolescenti che hanno urlato tutta la loro gioia davanti a Papa Francesco. A “fare chiasso” c’erano anche i ragazzi dell’oratorio di Curno. Armati di fischietto e felpa arancione sono partiti all’alba per raggiungere Roma e vivere due giorni unici e indimenticabili.

 

Quando si rileggono questi grandi eventi, il rischio che si corre è sempre quello che la nostalgia prenda il sopravvento andando “sovrastimare” ciò che si ha vissuto, ma stavolta è diverso. Le possibili fatiche e le inevitabili gioie sono ben chiare nei ricordi di chi ha vissuto questo pellegrinaggio. Dopo due anni di restrizioni, però, il desiderio era anche di tornare a vivere tutto ciò che un viaggio del genere ha da offrire: fatiche, gioie, difficoltà e momenti di spensieratezza inclusi. È bastato questo per rendere felici migliaia di adolescenti. “Quando abbiamo fatto loro la proposta – sottolinea don Glauco Grazioli, curato dell’oratorio di Curno- i più reattivi sono stati i ragazzi di terza media e prima superiore. Per loro era un po’ la prima vera esperienza d’oratorio fuori porta e avevano tanta voglia di partecipare”.

 

Il cammino prosegue anche a Curno

 

Lo stupore che si vive in questi giorni, però, non è frutto del caso. Al grande desiderio di incontro degli adolescenti, bisogna aggiungere il lavoro fatto dagli oratori in questi mesi. “Il cammino dei nostri adolescenti -prosegue don Glauco- è iniziato da lontano e ha seguito le tracce del percorso ideato per loro. Ci siamo preparati con loro per vivere con la giusta intensità questi giorni e possiamo dire di esserci riusciti. Ora la sfida è dare risonanza a quanto abbiamo vissuto”. Il pellegrinaggio a Roma può essere davvero una tappa di ricarica e di nuove consapevolezze per l’oratorio di Curno.

Tra i prossimi passi c’è la possibilità di mettersi in gioco in vista dell’estate, ma prima di tutto c’è una rilettura personale affidata a ciascun partecipante. Riprendendo le parole di monsignor Maurizio Gervasoni, vescovo di Vigevano, don Glauco e gli educatori di Curno hanno chiesto a tutti gli adolescenti di fissare un’immagine per il loro pellegrinaggio a Roma. Da lì partirà un lavoro di rilettura comune che aiuterà i ragazzi a proseguire lungo il loro percorso.

 

Parte di una Chiesa più grande

 

“Dare continuità al cammino di questi ragazzi sarà sicuramente un modo per dare risonanza a ciò che abbiamo vissuto -conclude don Glauco-. I più grandi tra loro potranno sperimentarsi come animatori al Cre, mentre per i più piccoli ci saranno dei momenti ad hoc. È stata un’esperienza che ha regalato tanto a tutti. Sia adolescenti che educatori tornano a casa arricchiti da un’esperienza di Chiesa più grande. Uscire dai propri confini per vivere due giorni insieme ad altri oratori della diocesi, ci ha fatto sentire parte di una comunità allargata in cui non si è mai soli”.

L’entusiasmo, la gioia e la felicità in questi giorni hanno ricaricato le energie sia degli adolescenti che degli educatori dell’oratorio di Curno. Il pellegrinaggio a Roma lancia nuovamente la sfida di continuare a lavorare per le giovani generazioni. Perché se si lavora, si costruisce e si crede in loro, gli adolescenti sono capaci di desideri e gesti che aiutano a far crescere loro e chi gli sta accanto.

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