Animatori al servizio della speranza

L'oratorio di Solza prepara un Cre da Batticuore

Non importa quanto sia grande una realtà, ciò che conta sarà sempre lo spirito con cui si vive ogni esperienza. Dal CRE alla formazione degli animatori fino alla semplicità di una chiacchierata nel cortile dell’oratorio: tutto fa parte di uno stile che, durante l’estate, fa emergere ancora di più il bene che c’è. L’estate è veramente dietro l’angolo e sono tanti gli adolescenti in pista pronti a mettersi in gioco. Tra questi ci sono anche i ragazzi delloratorio di Solza che sono stati coinvolti con un compito speciale dai loro coordinatori e dal loro don: lanciare un segnale di speranza reale che riesca ad andare oltre il tempo dell’estate.

 

Nonostante questa sia una piccola realtà, il coinvolgimento delle giovani generazioni in oratorio è sempre stato un punto di forza della comunità. Durante tutto l’anno gli adolescenti vengono guidati attraverso degli incontri e delle attività che non si fermano alle quattro mura dell’oratorio, ma che mirano ad espandere lo sguardo.

L’impegno principale del mese di maggio è stata la formazione animatori che è arrivata al termine di un anno caratterizzato dalla ripartenza. Gli adolescenti si sono incontrati ogni domenica per prepararsi. “Ci siamo accorti che gli adolescenti, soprattutto i più piccoli -spiega Beatrice, educatrice adolescenti dell’oratorio di Solza- sentono la necessita di passare del tempo insieme. Spesso sono loro che danno energia ai più grandi. Hanno un desiderio fortissimo d’incontro”.

 

La ripartenza in oratorio a Solza è stata segnata da diverse occasioni di coinvolgimento degli adolescenti, tra cui anche il pellegrinaggio #seguimi che li ha portati fino a Roma. Questo, però, non ha cancellato due anni complicati con un colpo di spugna. Ascoltando come gli adolescenti vivono il territorio è emerso come molti facciano fatica ad uscire di casa. “Il problema non riguarda solo i giovanissimi – sottolinea Beatrice-. Abbiamo notato che anche tante famiglie si trovano di fronte alla stessa difficoltà. In risposta all’esigenza emersa, abbiamo dato un compito agli animatori: far emergere ed evidenziare la bellezza dello stare insieme”. Ripercorrendo i passi fatti prima della pandemia, gli adolescenti hanno preso consapevolezza di ciò che hanno vissuto in passato per poi rispondere con un “Sì” davanti a questa missione. Tutti loro, durante il CRE, avranno il compito di trasmettere quanto le relazioni con l’altro e lo stare insieme facciano bene a chiunque scelga di mettersi in gioco.

 

Già le iniziative in oratorio sono state un banco di prova importante per lanciare questo messaggio di speranza, ma con l’estate si premerà sull’acceleratore. Per questo i coordinatori hanno lasciato degli strumenti utili ai propri animatori durante tutta la formazione. “Il primo consiglio è quello di non avere paura della noia -prosegue Beatrice-. È nei momenti di informalità e magari un po’ di stallo che la fantasia lavora di più. Lì si nasconde un po’ l’essenza del CRE e si tira fuori il meglio di sé sperimentandosi. Il secondo, invece, è quello di guardare fuori da sé. Lo strumento dello sguardo è fondamentale. Così si entra in empatia con chi si ha di fronte e si riescono a condividere emozioni uniche”.

 

Ultimo, ma non meno importante è uno strumento che si fa augurio: la soddisfazione. “Questo serve soprattutto per assaporare ogni momento che il CRE sa regalare -conclude Beatrice-. Non c’è soddisfazione senza la consapevolezza di ciò che si sta facendo. L’augurio è quello di vivere il CRE al massimo del potenziale. Ciascuno con le sue particolarità, i suoi difetti e i suoi punti di forza potrà contribuire a rendere speciale questa esperienza”. E potrà proseguire la missione di evidenziare la bellezza e la forza dello stare insieme in oratorio a Solza, ma anche in tanti altri contesti. È da qui che nasce una speranza vera.

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