A stretto contatto con la vita
Sei giovani della nostra diocesi stanno vivendo un cammino di discernimento vocazionale in oratorio a Mozzo.
Non serve un posto per essere oratorio, ma l’oratorio può essere casa. Scritta così, questa frase può sembrare un controsenso, eppure è ciò che stanno sperimentando i giovani della “Fraternità Nazareth” all’oratorio di Mozzo. Da settembre, sei giovani della nostra diocesi stanno vivendo un cammino di discernimento vocazionale in oratorio. Questa particolare vita comune ha generato curiosità in tutta la comunità, ma soprattutto tra gli adolescenti e i giovani.
La “Fraternità Nazareth” è un’esperienza di discernimento attraverso cui l’oratorio di Mozzo è diventato casa nel vero senso della parola. Questi giovani vivono nell’appartamento del curato nello stile della vita fraterna condividendo tempi e spazi non solo tra di loro, ma anche con la comunità. Alla condivisione si aggiunge il servizio in oratorio che li vede partecipi su più fronti. “I giovani che sono qui -spiega don Massimo Colombo, curato dell’oratorio di Mozzo- vivono un’esperienza di vita comune e di servizio. Sostengono il percorso di catechesi dei ragazzi delle medie, danno una mano allo spazio compiti, sono d’aiuto nelle attività caritative e condividono dei momenti con gli educatori degli adolescenti. L’intento della proposta è far vivere un periodo di discernimento vocazionale a stretto contatto con le relazioni e la vita dell’oratorio. È un modo per far luce sulle loro scelte attraverso delle esperienze concrete”.
Abitare uno spazio come l’oratorio insieme ad altri giovani aiuta a misurarsi con se stessi e con gli altri. È un esercizio continuo, che accade quotidianamente, tramite la riflessione e i rimandi di chi si incontra. “La residenzialità aiuta a crescere perché ti mette costantemente in relazione. Ti aiuta a capire chi sei. Questa esperienza ha il vantaggio di far toccare con mano la vita. Così facendo, ciascun giovane può far luce sulla propria vocazione e capire cos’è meglio per lui”. L’esperienza della “Fraternità Nazaret” è partita da pochi mesi, ma è un inizio promettente per questi giovani e per tutta la comunità di Mozzo.
Anche l’oratorio ha risentito positivamente della presenza di questi nuovi inquilini. Non solo hanno attivato la curiosità dei ragazzi, ma sono stati accolti della comunità grazie al servizio che vivono giorno dopo giorno. “Questa esperienza – racconta don Massimo – è una provocazione. Gli adolescenti e i giovani sono molto incuriositi. La vita comune è diventata un’occasione per vivere l’oratorio in un modo nuovo. Spesso alcuni giovani di Mozzo passano di qui per passare un po’ di tempo insieme. Anche l’informalità è un’opportunità per crescere perché si tratta sempre di un confronto con la vita vera”.
Oltre che una provocazione, come sottolinea don Massimo, la Fraternità Nazareth può rappresentare uno spunto di riflessione. “Credo che questa vita comune possa essere l’apripista di altre iniziative. Può essere proposta a tutti i giovani della comunità. Avere un gruppo giovane che abita l’oratorio non può che far bene a tutti”. Così l’oratorio, che già prima si faceva casa attraverso il suo stile e con il suo essere, può effettivamente spalancare le porte a un’opportunità più grande. È un oratorio che, ancora di più, aiuta a crescere e a capire veramente chi sei. Il tutto grazie a una semplice azione: condividere la vita di tutti i giorni con tutti.