Gli adolescenti sperimentano la cura del prossimo
Negli oratori di Ponteranica la cura torna protagonista grazie agli adolescenti e a una raccolta viveri
Ci sono gesti quotidiani che possono diventare delle piccole, ma grandi imprese. Gesti che spronano dei bambini a mettersi in gioco, degli adolescenti a riscoprire la cura che si fa preziosa nei confronti del prossimo, una comunità intera a cambiare prospettiva. Per gli oratori di Ponteranica questa piccola impresa è stata la raccolta viveri dello scorso fine settimana attraverso cui tutta la comunità – in un modo o nell’altro – è stata coinvolta con il desiderio di aiutare il prossimo.
La raccolta viveri negli oratori di Ponteranica
In prima linea c’erano gli adolescenti che, coordinati dai loro educatori, hanno scelto di mettersi al servizio della propria comunità e dei più bisognosi. Una scelta avvenuta con consapevolezza perché accompagnati prima, durante e dopo l’evento. Per prepararsi alla raccolta viveri, infatti, gli adolescenti degli oratori di Ponteranica sono stati introdotti alla questione da un incontro caratterizzato da due testimonianze. La prima è stata quella del Centro di Primo Ascolto di Caritas che opera sul territorio, mentre un secondo momento è stato dedicato all’associazione Centro Evitamento Spreco nata nel 2020, nella fase più acuta della pandemia, per aiutare i più bisognosi. Nell’arco della serata, gli adolescenti non solo hanno conosciuto due realtà caritative importanti, ma hanno preso coscienza della realtà che i più bisognosi vivono quotidianamente. Questo è stato uno stimolo importante per coinvolgere ulteriormente gli adolescenti nelle attività di volantinaggio e raccolta. “Quando diciamo che questa è stata una piccola impresa – racconta Silvia Cornolti, educatrice degli oratori di Ponteranica – è perché davvero lo è stata, ma in senso buono. Vedere tanti adolescenti che scelgono di mettersi al servizio dei più bisognosi in un momento di ripresa dei nostri oratori ci ha scaldato il cuore. Come ce l’hanno scaldato tutte le persone che hanno donato qualcosa o i bambini e i ragazzi che, sul momento, hanno scelto di fermarsi in oratorio per dare una mano nella fase di sistemazione. Sono tutti gesti che, sommati, fanno la differenza”.
Un nuovo spirito di collaborazione
E a fare la differenza è anche la rilettura di questa esperienza con chi ha partecipato.
Alla fine della raccolta viveri, gli adolescenti si sono confrontati con i loro educatori per capire cosa si portassero a casa dopo una giornata atipica.
Prima per alzata di mano e poi dialogando, hanno ripercorso i momenti vissuti insieme rileggendo le reazioni delle persone incontrate tra rifiuti, accoglienze e buone azioni.
Un interrogativo è stato posto al centro della riflessione: “Se fossi stato io ad aprire la porta, come avrei risposto?”.
E ancora “So aprire la porta di casa mia?”: dove per casa non si intende semplicemente la propria abitazione, ma la propria persona e il proprio esserci nel mondo, sia nella comunità di Ponteranica che con uno sguardo più ampio. “Alla conclusione della raccolta viveri – conclude Silvia – possiamo dire che ci portiamo a casa un nuovo spirito di collaborazione. Questo è stato lampante nel momento della sistemazione dei viveri. Ciascuno ha fatto la sua parte dialogando con gli altri e lavorando insieme con un obiettivo comune. Anche la semplicità di creare una catena umana può trasmettere un messaggio che fa la differenza: insieme si può andare lontano. Non lasciamo indietro nessuno”.
Negli oratori di Ponteranica la cura è tornata protagonista: piccoli gesti, grandi imprese.