Mani in pasta al Cre per costruire nuovi legami
Oratorio di Mozzo: "Questo Cre ci ha permesso di riscoprire l’oratorio come un luogo di relazioni"
Avere le “mani in pasta” al Cre può significare tante cose. È una coordinata educativa e spirituale messa in risalto sul manuale del Cre-Grest “TuXTutti”, ma non è un gesto scoperto nell’estate del 2023. Al Cre si è coinvolti tutti in modo unico e speciale come all’oratorio di Mozzo in cui si risponde alle esigenze educative delle diverse fasce d’età dedicando a loro giochi, attività e – soprattutto – tempo.
Un Cre da “mani in pasta” all’oratorio di Mozzo
Ciascuno, all’interno del Cre, trova il proprio spazio per esprimersi ed essere a sua volta portatore di cura. Ad ogni fascia d’età è assegnato un luogo particolare, ma non mancano i momenti di confronto che aiutano a crescere. In particolar modo, sono gli adolescenti di prima e seconda superiore ad essere accompagnati nel loro percorso di crescita. All’oratorio di Mozzo, per svolgere i loro primi passi da animatori, gli adolescenti alternano il loro stare con i ragazzi a delle attività specifiche legate al loro essere e al loro ruolo per esserne sempre più consapevoli. Un piccolo step che aiuta non solo a crescere, ma anche nella tenuta del loro servizio svolto sempre con tanta energia e un sacco di entusiasmo.
“Al Cre è impossibile non avere le mani in pasta – spiega Martina Plebani, coordinatrice dell’oratorio di Mozzo-. È uno slogan che ci ha sempre accompagnato e rappresenta bene il nostro modo di vivere l’esperienza. Ciascuno a suo modo lo mette in pratica: bambini e ragazzi si godono i momenti vissuti insieme, gli animatori si mettono al servizio con gratuità e il don e i coordinatori si fanno carico delle responsabilità. Anche la comunità è partecipe perché ogni giorno ci affida i suoi piccoli”.
Avere le “mani in pasta”, al Cre dell’oratorio di Mozzo significa anche declinare la cura in differenti attività e giochi per raccontarla e farla sperimentare a tutti. Sono tanti, infatti, i laboratori che mettono al centro la cura e il servizio: si passa dalla cura di sé e delle proprie emozioni con un laboratorio di teatro alla cura dell’altro fino ad arrivare alla cura del paese e del territorio collaborando anche con altre realtà. “E per stare in tema “mani in pasta” -aggiunge Martina- abbiamo anche un laboratorio in cui preparariamo la pasta fresca”. Si parte da se stessi, ma la cura si propaga a colpo d’occhio come dei cerchi d’acqua. Tutti sono protagonisti e tutti, allo stesso tempo, vengono raggiunti dalla stessa cura.
L’oratorio come luogo delle relazioni
L’estate sta diventando sempre di più un tempo prezioso per gli oratori perché non solo gli adolescenti si mettono in gioco per la comunità, ma anche perché il Cre diventa l’occasione per aprire ancora di più le porte al mondo e uscire sulle strade. È un primo passo che desidera coltivare continuità.
“Questo Cre ci ha permesso di riscoprire l’oratorio come un luogo di relazioni – conclude Martina -. Spero che tutta la comunità di Mozzo percepisca la cura che abbiamo messo in atto in questi giorni di Cre. Anche se questo lo possiamo avvertire dalla crescente fiducia della comunità adulta nei nostri confronti. Ogni giorno di Cre è un mattoncino per costruire nuovi legami. Grazie alla loro fiducia possiamo, ogni giorno, mettere in campo una cura sempre più accogliente e attenta”. Un modo per “avere le mani in pasta” insieme: per non lasciare che il Cre inizi e finisca in un’estate, ma per poter donare a un’esperienza così preziosa un respiro ancora più ampio. Un Cre da respirare a pieni polmoni!