Si ricomincia “dalle basi” per riscoprire la cura
Gli oratori di Villongo formano gli adolescenti ad essere animatori capaci di cura a 360 gradi.
Per fare un Cre ci vuole… una comunità! Come da tradizione, il mese di maggio è dedicato alla formazione degli animatori per andare a costruire e rodare tutta quella squadra che tra adolescenti, giovani e sacerdoti si prenderà cura dei più piccoli nell’arco della prossima estate. È proprio da qui che si riparte: dalla cura. Lo sottolinea il tema del Cre TuXTutti che “sfida” gli oratori a mettere al centro un elemento da non dare mai per scontato, lo rimette a tema anche chi dovrà agire quella medesima cura con un’ottica di servizio. Anche negli oratori di Villongo si è scelto di “ripartire dalle basi”.
Collaborando con l’oratorio di Gandosso, gli educatori degli oratori di Villongo hanno scelto di rileggere insieme ai propri adolescenti non solo l’esperienza estiva, ma l’oratorio in sé andando oltre il Cre. La cura e il servizio, infatti, non hanno interruttori e non si vivono a intermittenza. In ogni esperienza d’oratorio si possono sperimentare queste due dimensioni fondamentali che rendono unico e speciale ogni Cre.
Quattro incontri per conoscere meglio l’oratorio
Tra il mese di aprile e il mese di maggio, gli adolescenti e i giovani hanno camminato insieme in un percorso costituito da quattro incontri per mettere a fuoco quattro temi: l’oratorio, il Cre, l’animatore e la collaborazione. “Ripartiamo da qui con il desiderio di camminare con i nostri adolescenti per accompagnarli nella riscoperta della cura e del servizio – racconta Nicola Bettoni, educatore degli oratori di Villongo -. Abbiamo iniziato chiedendoci cos’è l’oratorio e cos’è il Cre accogliendo le loro aspettative. Poi ci siamo concentrati su di loro, sulla differenza tra fare ed essere animatori e sulla collaborazione”. Un percorso in cui, passo dopo passo, è emersa la cura. Sia da donatori che da riceventi, gli animatori sono sempre – in un modo o nell’altro – protagonisti di cura. Ne sono praticamente circondati e per aiutarli ad averne consapevolezza gli educatori hanno riletto l’estate insieme a loro. Anche per donare un valore nuovo alla maglietta dell’animatore che andranno ad indossare. “La prima domanda è stata ‘Che idea hai dell’estate?’ -spiega Nicola-. Da lì la cura emerge dettaglio dopo dettaglio. Sono inseriti in contesto di cura in cui non sono solo i bambini e preadolescenti i riceventi. Guardandosi attorno, si sono accorti che c’è una comunità su cui contare. Non siamo soli, siamo parte di una storia di cura”.
Un’occasione per prendersi cura degli altri
Il TuXTutti di un animatore del Cre parte dalla risposta a una chiamata, dalla risposta a una semplice domanda “Ti va di fare il Cre?”, dalla risposta a una ricerca di un educatore a cui “si sta a cuore”. È un cammino che corre veloce verso l’estate, ma il desiderio è quello di renderlo una rampa di lancio. “La speranza è che si torni ad affezionarsi all’oratorio – conclude Nicola -. È un po’ un gioco di parole, ma negli oratori di Villongo desideriamo che il Cre possa essere un’occasione per aver cura del prendersi cura e anche per metterci il cuore in tutto ciò che si vive. Accompagneremo gli animatori a fare un passo in più, ad andare oltre alla condivisione del proprio tempo. Il Cre sarà esperienza di crescita se loro capiranno che non sono soli”.
Nell’offrire un servizio alla propria comunità con le proprie qualità e fragilità si vive la cura a 360 gradi. Si dona e si riceve, ci si affida e ci si mette in prima linea: quel “Tu” per tutti può essere ciascuno di noi. Parola degli oratori di Villongo e dei loro animatori perché non si è mai “troppo giovani” o troppo “alle prime armi” per prendersi cura di chi ci sta accanto.