Quando un pullman GMG unisce gli oratori

Il rientro della GMG ha segnato una tappa importante per il cammino dei giovani degli oratori di Romano, Martinengo, Ghisalba e non solo

Come nasce un gruppo? In molti modi, ma la condivisione di un tempo come quello della GMG è sicuramente un catalizzatore di relazioni. Il nuovo gruppo giovani della Fraternità 2 della CET 11 è nato così: in GMG. Più precisamente sul pullman 11 dove i giovani degli oratori di Romano di Lombardia e dell’oratorio di Martinengo hanno trascorso molte ore insieme tra canti, balli e riflessioni. A quasi due mesi dal rientro dalla GMG, domenica scorsa si è svolto il primo incontro interparrocchiale pensato per i giovani dai 19 ai 30 anni.

 

Ciò che stanno vivendo gli oratori di Romano, Martinengo, Ghisalba, Mornico al Serio, Cividate e Bariano è un “anno zero”. Si tratta della ripartenza di un gruppo giovani che, a causa della pandemia, ha subito una battuta d’arresto. Ad oggi il primo obiettivo è quello di mettersi in ascolto delle giovani generazioni per comprendere al meglio i loro bisogni e a fare da traino in questa prima fase è l’esperienza della GMG. Dalla condivisione di questo pellegrinaggio vissuto spalla a spalla è nato il gruppo che si è subito allargato ad altri oratori della fraternità con il desiderio di raggiungere tutti passo dopo passo.

 

Sul pullman 11, gli oratori di Romano e Martinengo hanno trovato il loro primo punto di contatto per poi condividere ogni momento della GMG. Da lì, una volta rientrati, il desiderio di iniziare un nuovo cammino insieme è stato decisivo per dare forma al nuovo gruppo giovani. “Siamo felici di aver rimesso in pista una proposta per giovani che sia capace di guardare al di là del proprio oratorio -racconta don Giorgio Carobbio, curato degli oratori di Romano-. In questo primo anno l’obiettivo è quello di tessere nuove relazioni grazie a una conoscenza sempre più approfondita”. La serie di appuntamenti per giovani è iniziata domenica scorsa coinvolgendo gli oratori di Romano, Martinengo e Ghisalba.

 

L’incontro è iniziato con una cena condivisa per poi proseguire con la riflessione personale sulle note di “Giovani illuminati” degli Eugenio in via di gioia e un momento di gruppo per conoscersi e confrontarsi. Al centro della serata svolta nell’oratorio di Romano c’era il tema del “brillare”, il primo verbo con cui Papa Francesco ha scelto di scuotere e spronare i giovani a Campo do Graçia.

Ciascun partecipante ha provato a rispondere alla domanda “Quando ti senti un giovane illuminato?” e ciò che emerso è un panorama variegato. C’è chi ha risposto mettendo al primo posto il tempo condiviso con gli altri, chi ha scritto “quando mi metto in discussione” oppure chi pensa che essere giovani illuminati sia sinonimo di realizzazione. Anche la condivisione delle emozioni non passa inosservata e la cura degli altri prende sempre più piede. Tra le tante frasi emerse c’è anche chi scrive “Mi sento illuminato quando le mie giornate hanno una direzione”. Modi diversi di brillare, ma da sperimentare per provare a illuminare chi oggi si trova nel buio.

 

Al termine del confronto e del momento di preghiera, i giovani si sono dati appuntamento al prossimo incontro, ovvero alla veglia per la pace fissata per la GMG diocesana. Da lì, il calendario degli incontri prenderà forma di oratorio in oratorio andando a coinvolgere quanti più giovani possibili. Una volta al mese, i giovani si troveranno in un oratorio diverso. Al primo incontro hanno partecipato gli oratori di Romano, Ghisalba e Martinengo, ma l’obiettivo è quello di raggiungere tutti come ribadisce don Giorgio. “La GMG ha lasciato un forte desiderio d’incontro. C’è la voglia di entrare in contatto e andare oltre il proprio oratorio. Anche il desiderio di mettersi in gioco non manca e molti giovani si stanno giocando anche in ruoli inediti per loro. Le relazioni intessute alla GMG stanno già producendo frutto”.

 

Per raccogliere dei frutti maturi occorrerà curare ancora un po’ questo albero da frutto promettente. Sarà un lavoro di costanza, relazioni ed equilibrio, ma ne varrà la pena. In gioco – seppure nel nostro piccolo – c’è il futuro delle giovani generazioni.

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