Andare incontro al prossimo per crescere

Tocca (a) te è il nuovo cammino intrapreso dai giovani degli oratori della Val Cavallina: ci si mette in gioco come cittadini e cristiani.

Tocca (a) te: ti riguarda, ma è un modo per descrivere qualcosa in grado di raggiungere le tue corde accendendo delle sensibilità. È il desiderio di mettersi in gioco per non lasciare che la realtà ci scorra addosso, lo stesso desiderio che ha spinto i giovani degli oratori della Val Cavallina Centro a continuare a incontrarsi. Dopo i primi passi fatti insieme lo scorso anno e la ripresa estiva, i giovani hanno scelto di iniziare un cammino dal titolo “Tocca (a) te” per entrare in contatto con persone vicine e lontane, ma anche per tendere la mano al prossimo.

 

Iniziati l’anno scorso, gli incontri pensati per i giovani della Val Cavallina hanno decisamente lasciato il segno. Le esperienze vissute alla mensa dei poveri e al Sermig di Torino li hanno spinti a chiedersi cosa suscitasse in loro tutto questo e come poter rispondere a ciò che si portano dentro guardando oltre la propria realtà. Ritrovandosi d’estate per tirare le fila del cammino, i giovani sono partiti dall’ascolto reciproco per immaginare insieme il filo rosso del nuovo percorso che verrà costruito strada facendo.

 

“Confrontandoci -racconta Simone Gritti, uno dei giovani degli oratori della Val Cavallina- è emerso come il nostro cammino condiviso necessitasse di un taglio esperienziale. Incontrare realtà diverse significa essere toccati da ciò che gli altri sperimentano e innesca in noi una serie di riflessioni che ci aiuta nel nostro percorso di crescita”. A gettare le basi delle esperienze future, però, sono state le due prime serate passate insieme in oratorio in cui la conoscenza reciproca e lo sguardo ampio sull’attualità sono stati i cardini anche dei primi confronti. È proprio il dialogo ad essere l’elemento chiave di ogni incontro: nonostante l’argomento o le modalità di approccio ad esso possano cambiare, il momento dedicato al confronto non manca mai.

 

I primi due incontri sono iniziati guardando verso l’alto. Lasciandosi provocare dal Vangelo, i giovani hanno riflettuto sulla propria vita e su ciò che li circonda cercando di capire come la Parola di Dio possa dire ancora qualcosa al mondo di oggi. “Il primo momento è dedicato al “tocco di Dio” -spiega Simone-. È il frangente più personale dell’incontro in cui lasciamo del tempo per chiederci come il Vangelo parli a noi in prima persona. La seconda parte, invece, è il “tocco dell’altro”. Qui avviene il confronto partendo da articoli di attualità o esperienze che abbiamo condiviso. È la parte che, di volta in volta, ci arricchisce di più”.

 

Fatti i primi due passi, i giovani degli oratori della Val Cavallina guardano al futuro immaginandolo insieme. Per i prossimi appuntamenti sono in programma delle testimonianze, mentre, tra febbraio e marzo, l’obiettivo sarà quello di creare delle occasioni di incontro con delle realtà in cui spendersi. “La speranza è che i nostri pensieri ci spronino a spenderci per il prossimo – conclude Simone -. Nel nostro piccolo stiamo scoprendo l’importanza del primo passo e la bellezza dell’amicizia: due elementi fondamentali per costruire insieme un mondo migliore. Tutto ciò ci riguarda e non possiamo stare a guardare: tocca (a) noi, come cittadini e cristiani, metterci in gioco”.

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