Gli animatori si sperimentano nel gioco per i bambini

Il gioco al centro della formazione: all'oratorio di Gorle, gli animatori ripartono da cui per mettersi al servizio dei più piccoli

Qual è la prima cosa che vi viene in mente pensando al Cre? Balli, animazione, caldo, ghiaccioli: tutti pensieri che calzano a pennello, ma sicuramente qualcuno avrà pensato anche al gioco.

Molto del tempo del Cre è impiegato nel giocare insieme. Grandi e piccoli si ritrovano su un campo per sfidarsi in tanti giochi che spaziano dalla tradizionale bandierina all’ultima invenzione dell’animazione. È una situazione che si realizza in tutti gli oratori durante l’estate come in quello di Gorle.

 

Con l’aiuto degli animatori UPEE, gli adolescenti dell’oratorio di Gorle hanno potuto sperimentare la dimensione del gioco da protagonisti e mettendosi nei panni dei bambini e dei preadolescenti. “La formazione a tema gioco – sottolinea Cristian Ferrari, animatore UPEE- ha come obiettivo quello di far comprendere agli animatori l’importanza del gioco sia punto di vista educativo che aggregativo. Dar loro la possibilità di giocare, li aiuta a mettersi nei panni dei più piccoli e a prendere consapevolezza delle necessità presenti in un gioco da organizzare e attuare”.

 

Tante attenzioni da mettere in campo

Il gioco, infatti, possiede tantissime attenzioni da mettere in campo e, inoltre, ha una serie di sfaccettature di cui tener conto per realizzarlo nel pieno del suo potenziale. Questo appuntamento formativo all’oratorio di Gorle è iniziato proprio giocando a uno dei giochi più tradizionali e immancabili di sempre: bandierina. “Però non abbiamo mai giocato a bandierina” specifica Cristian. “Ad ogni step abbiamo fatto cambiare delle regole, immaginare nuovi mondi e messo in risalto come il coinvolgimento debba essere sempre incluso nelle logiche del gioco al Cre”.

Oltre all’attenzione da prestare alle regole, all’ambientazione e al coinvolgimento, esistono anche delle sfaccettature insiste che si riescono a cogliere sono nel momento in cui ci si mette in gioco. Relazione, competizione, impegno e consapevolezza di sé sono solo quattro delle tante caratteristiche che gli animatori hanno potuto cogliere sia come gruppo che personalmente. “In oratorio la dimensione sul gioco -dice Sabrina Longo, educatrice dell’oratorio di Gorle, spiegando il perché della formazione scelta- è uno strumento prezioso e fondamentale. É utile per attirare l’attenzione di bambini e ragazzi, ma, soprattutto, porta con sé uno scopo educativo. Giocando il gruppo animatori ha potuto conoscersi e rafforzare le relazioni per vivere al meglio la prossima avventura del Cre”.

 

“Fantasia e cambiamenti: sbagliando s’inventa”

Il gioco è un tassello importante per il Cre e gli animatori, avendo la possibilità di sperimentarlo da utenti, hanno potuto trasmettere loro alcune caratteristiche cruciali, tra cui anche la fantasia e la creatività. “Gianni Rodari -sottolinea Cristian – conclude una sua favola dicendo “Sbagliando s’impara è un vecchio proverbio. Il nuovo potrebbe dire: sbagliando s’inventa”. La fantasia e i cambiamenti portano la novità”. Una frase per sottolineare come gli animatori debba sentirsi liberi di sperimentare all’interno del gioco e non solo.

La priorità è quella di riuscire a regalare un’estate entusiasmante ai bambini e ai ragazzi che l’oratorio di Gorle incontrerà. “Speriamo che gli animatori possano scendere in campo più consapevoli sia del loro ruolo che delle loro capacità -conclude Sabrina-. Al Cre ciascuno può dare il proprio contributo e serve condivisione, impegno e aiuto per stare accanto anche ai più piccoli. Serve un divertimento coinvolgente in cui gli animatori si divertano per far divertire”.

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