La sfida dell'essere animatori per il prossimo

L’estate si sta avvicinando e gli oratori stanno muovendo i loro primi passi -e non solo- verso il Cre. Durante questo weekend, gli animatori della diocesi di Bergamo saranno accolti nell’auditorium del Seminario per la tradizionale presentazione del Cre e tra questi ci saranno anche gli adolescenti dell’oratorio di Grassobbio. Il loro cammino è iniziato a inizio aprile, ma sin da subito si sono resi conto che “essere animatori” è proprio una bella sfida.

Per partire, buttandosi a pieno in un nuovo cammino, occorre essere carichi, preparati e allenati e lo stesso vale per il Cre. Da diverso tempo, la formazione degli animatori all’oratorio di Grassobbio si struttura in modo tale da coinvolgerli sia dal punto di vista riflessivo che organizzativo, ma anche con uno sguardo personale capace di allagarsi all’interna comunità. La prima parte del percorso formativo, quindi, è dedicata al confronto e alla riflessione, mentre la seconda è dedicata all’organizzazione delle giornate tra giochi, attività, appuntamenti e animazione: un modo per rendere protagonisti a 360 gradi gli adolescenti che hanno scelto di vestire i panni dell’animatore durante il prossimo Cre.

“Il primo obiettivo della formazione animatori è la consapevolezza -spiega Barbara Assolari, educatrice dell’oratorio di Grassobbio-. Prima ci si prende cura del proprio essere animatori e poi del modo che si ha di porsi al servizio del prossimo e di tutta la comunità andando ad includere anche gli aspetti più pratici. Agli adolescenti vengono proposte delle attività su misura, pensate in base all’età e alla loro esperienza”.

All’oratorio di Grassobbio ogni incontro inizia con una preghiera, pensate da don e coordinatori, sul tema del cammino. Successivamente la serata si sviluppa in base all’attività proposta. Attraverso diversi input, si aiutano gli adolescenti a mettere a fuoco il ruolo da animatori, la sfida che ciò comporta, il contesto di comunità in cui agiscono il loro servizio e tutto il coraggio necessario per andare fino in fondo.

“Ci colpisce sempre il coraggio e la responsabilità con cui gli adolescenti si mettono in gioco ad ogni Cre -continua Barbara-. Noi coordinatori, anche i volontari “più cresciuti” della nostra comunità, abbiamo un bel ricordo delle estati passate sotto il sole a correre dietro ai bambini, ma non dimentichiamoci che questo comporta anche un bel po’ di fatica. Tutto questo coraggio è da riconoscere perché fare il Cre con o senza di uno di loro non è la stessa cosa. Ciascuno di loro fa la differenza non perché è indispensabile, ma perché è unico”.  

Ad aiutare gli animatori dell’oratorio di Grassobbio a scendere ancora più in profondità rispetto al significato e al valore del proprio servizio sono state anche alcune serate dedicate alle testimonianze di chi ha scelto di mettersi al servizio del prossimo in un modo speciale. “L’obiettivo è anche trasmettere un senso e uno stile per vivere il servizio” prosegue Barbara aggiungendo come tutto il percorso fatto dagli animatori sarà poi consegnato alla comunità attraverso il mandato a pochi giorni dall’inizio del Cre.

“Il Cre vuol essere arriva alla fine di un percorso svolto insieme -conclude Barbara insieme agli altri coordinatori dell’oratorio di Grassobbio-. È sia un punto di arrivo che una nuova partenza: ci si sono diversi cammini e storie che confluiscono in questo Viavai. Desideriamo far percepire agli adolescenti che l’oratorio è una casa aperta, un luogo pronto ad accoglierli e a prendersi cura di loro. Renderli consapevoli che il divertimento può essere messo in relazione con la figura di Dio e come lo stile dell’oratorio sia improntato per fare del bene. In questo grande Viavai non si è animatori solo per se stessi, ma anche per il prossimo e per l’Altro con la A maiuscola”.