La settimana dell’educazione dona luce a tutti

"Abbiamo bisogno di storie che fanno luce". Gli oratori di Mapello, Ambivere e Valtrighe camminano insieme nella settimana dell'educazione.

Abbiamo bisogno di parole e narrazioni che ci aiutino a comprendere questo tempo, che ci sorreggano nella fatica, in quei giorni in cui non vediamo via d’uscita, storie che ci orientino verso il futuro. Abbiamo bisogno di storie che fanno luce”.  L’invito alla settimana dell’educazione degli oratori di Mapello, Ambivere e Valtrighe arriva così: chiaro e impattante a tutta la comunità. Questa è solo una sintesi di ciò che ha rappresentato la serie di incontri che ha coinvolto i tre oratori nella loro totalità.

 

In occasione della ricorrenza di San Giovanni Bosco, gli oratori di Mapello, Ambivere e Valtrighe hanno dato vita a un ciclo di incontri formativi pensati per tutte le fasce d’età. Ciascuno ha avuto la possibilità di approfondire l’argomento grazie ad un appuntamento ad hoc, ma il posto d’onore è sempre stato riservato alle parole e alle narrazioni che hanno provocato e spronato adolescenti, giovani e adulti a riflettere insieme.

 

Questo perché, come prosegue l’invito, c’è un’assoluta necessità di “storie come traiettorie per non cedere alla tentazione di credere che non valga la pena desiderare un mondo nuovo, più giusto e più umano. Abbiamo bisogno di storie che illuminino la notte e diano senso al nostro vivere, che ci provochino e ci invitino ad osare sentieri di trasformazione”.

 

L’incanto delle parole, dalla Bibbia a Dante

Una trasformazione verso cui ci si mette in cammino realmente solo nel momento in cui si sceglie di mettersi in gioco con coraggio e a cui tutti, anche gli oratori, sono chiamati in ogni epoca. La settimana dell’educazione degli oratori di Mapello, Ambivere e Valtrighe, è iniziata domenica 28 gennaio con appuntamento dal titolo “L’incanto delle parole” per poi snocciolare la tematica attraverso la rilettura dei testi di Dante e la Bibbia, ma anche incontri con il Sermig e la sensibilizzazione rispetto al tema della pace con una fiaccolata che ha coinvolto tutta la comunità.

“Ogni incontro ci ha regalato un po’ di luce -racconta Anna Cattaneo, educatrice dell’oratorio di Mapello-. Com’è emerso dalla bella serata con la psicanalista Carla Stroppa, la vita è un cammino tortuoso e sfidante, serio e buffo, reale e immaginario. In tutto questo percorso è fondamentale prendersi del tempo per sostare, riflettere e fare discernimento. Occorre pazienza per riunire a sé quelle componenti di cui abbiamo bisogno: sentimento, pensiero e coraggio e così ritornare al proprio vero sé, alla propria vocazione”.

Nell’arco di un viaggio così lungo e tortuoso -personale, ma anche comunitario- le soste diventano cruciali per riflettere provocati da parole altre, ma anche per prendersi cura della propria storia come sottolinea Anna al termine dell’incontro con Paolo Baraldi, street artist. “Le nostre storie possono stare insieme come le pietre di un muro a secco. Un muro che non è un muro, basso per poterlo scavalcare, per poterci giocare. Non serve cemento perché queste pietre stiano insieme, basta che trovino un incastro naturale. La sua forza sta in ciascuna storia e nella sua capacità di stare all’interno di questo incastro. Se una pietra cade, cade tutto il muro”.

 

Strumenti e linguaggi per aprire, interrogare, sorreggere

Diversi testimoni, differenti modalità di interrogarsi coinvolgendo la comunità e altrettanti linguaggi hanno dato vita alla settimana dell’educazione degli oratori di Mapello, Ambivere e Valtrighe. “Spero che chi ha partecipato possa portarsi a casa parole che aprono, interrogano, sorreggono e aiutano a vivere in modo un po’ più  consapevole e a sentirsi meno soli nel cammino della vita -conclude Anna-. Qualcuno ne potrebbe trarre uno stimolo per decidere di impegnarsi con più  determinazione per il bene di tutti, ma sta alla scelta di ciascuno”.

“Delle volte non è semplice aprire nelle comunità  percorsi alternativi che si servono di  linguaggi diversi e di temi non usuali. Bisogna avere pazienza e non desistere. Anche questo è un processo educativo, anche la comunità ha bisogno di crescere e diventare matura, sempre più umana e più cristiana. A volte si ha la sensazione che rimanga poco o nulla, ma sappiamo che il nostro compito è la semina”. Una semina che porterà, un giorno, a raccontare nuove storie portatrici di luce.

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