Prendersi cura dei giovani a 360 gradi
"Il cammino è vita": la cura per i giovani all'oratorio di Terno raggiunge anche la loro quotidianità.
Chiedersi da dove si parte, cercare delle “scarpe” su misura che facciano al caso nostro, muovere qualche passo, prendersi delle pause per riflettere, ripartire, sostare, ripartire ancora, allenarsi, vivere il cammino e ripetere. Questo elenco di azioni potrebbe calzare per qualunque tipo di cammino, ma all’oratorio di Terno d’Isola ogni singolo gesto assumerà un significato ancor più profondo perché sarà curato, approfondito e vissuto in modo da percepirne valore intrinseco. Nei ritmi frenetici scanditi da studio e lavoro, i giovani hanno chiesto proprio questo: essere “nutriti” dalle esperienze che condivideranno da qui al prossimo settembre.
La visione lungimirante del percorso pensato per i giovani si inserisce nell’anno pastorale della parrocchia di Terno d’Isola interamente dedicato alla tematica del cammino. Tutti -dai bambini ai preadolescenti passando per gli adolescenti e i giovani fino agli adulti- si concentreranno sui passi da fare come comunità. In base alla fascia d’età, ciascuno vivrà un cammino personale e comunitario che, per quanto riguardo i giovani, avrà come culmine l’esperienza del cammino di Santiago de Compostela in programma per settembre 2024.
Oltre allo sguardo comunitario, a dare l’impronta al percorso dei giovani è stato anche l’ascolto di questi ultimi come racconta don Marco Nicoli, curato dell’oratorio di Terno d’Isola. “Prima di iniziare il cammino insieme -spiega- c’è stato un passo antecedente. Ci siamo messi in ascolto dei giovani capendo quali fossero le loro esigenze. Da lì abbiamo delineato un cammino costruito ad hoc che inizierà con la domanda “Da dove partiamo?” e ci porterà fino a Santiago”. L’invito del cammino giovani, riprendendo l’opera “L’assenzio” di Edgar Degas ricostruita in un McDonald’s, ha come titolo “Junk Thought” (“Pensiero spazzatura”): un modo per ribadire come questo sia un cammino caratterizzato dal discernimento.
Le prossime tappe, infatti, saranno costruite prendendo sia spunto dai cammini diocesani che dal libro “L’arte della buona battaglia” di Fabio Rosini. “L’idea è che il tema del cammino ci alleni nel discernimento riflettendo su di noi -prosegue don Marco-. Ogni tappa affronterà uno spaccato differente e il nostro filo rosso sarà la tensione verso il bene, ovvero verso Dio”. All’interno del percorso giovani dell’oratorio di Terno ci sarà anche un giro di boa rappresentato dalla vita comune. Per questa “sosta”, ogni giovane avrà il compito di leggere un passaggio di un libro in relazione a quanto vissuto fin a quel momento. La rilettura, poi, sarà consegnata al gruppo per lasciare a tutti il proprio contributo.
Ad arricchire ulteriormente il cammino saranno le tappe diocesane di “Giovani in preghiera” e ritiri per giovani. Anche questa proposta nasce dall’ascolto dei partecipanti: “La scelta di partecipare alle iniziative diocesane non solo allarga lo sguardo, ma è un’esigenza emersa dal gruppo -sottolinea don Marco-. Spesso chiediamo ai giovani di spendersi per la comunità ed è un bel segno di coinvolgimento. Dall’altro lato, però, non possiamo dimenticarci della cura di cui necessitano. Avvertono il bisogno di prendersi dei momenti per loro in cui curare la propria dimensione spirituale così queste occasioni diventano una possibilità di condivisione importante in cui tutti, me compreso, ci mettiamo in ascolto della Parola e riflettiamo insieme come destinatari di cura”.
Il cammino dei giovani dell’oratorio di Terno d’Isola è ai blocchi di partenza. Sarà un cammino da vivere passo dopo passo e, soprattutto, nella quotidianità. “Facciamo i conti tutti i giorni con il nostro camminare perché il cammino è vita -conclude don Marco-. Non esistono interruttori per cui mi prendo cura di me quando sono in oratorio e smetto di farlo quando varco la porta. Siamo chiamati a prenderci cura della persona nella sua totalità. Ci saranno passi più intimi e personali e altri condivisi, ma tutti sempre accompagnati da Dio che ci raggiunge attraverso i nostri compagni di viaggio”.