L'oratorio è casa per tutti

All'oratorio di Pedrengo si festeggia San Giovanni Bosco tra divertimento, riflessione e preghiera

“L’oratorio è casa di tutti, è casa della comunità”: è da questa consapevolezza che sono iniziati i festeggiamenti per San Giovanni Bosco all’oratorio di Pedrengo. Una celebrazione che, in questi giorni, sta coinvolgendo bambini, ragazzi, adolescenti, giovani e adulti in un’unica festa fatta di svago, riflessione e preghiera calibrata su misura per i suoi destinatari. 

Festeggiare San Giovanni Bosco è un’occasione in cui dire il proprio grazie per il dono dell’oratorio, ma anche prenderne più consapevolezza anche in relazione alla figura di un santo che è stato in grado di sistematizzarlo e lasciarlo in eredità a tutta la Chiesa. La riflessione per costruire la festa di San Giovanni Bosco è nata dal desiderio dell’equipe educativa di far sentire la comunità sempre più protagonista e coinvolta: “Ci stiamo confrontando a riguardo -sottolinea don Diego Ongaro, parroco di Pedrengo- e ciò che vorremmo trasmettere è che l’oratorio è stato, è e sarà la casa di tutta la comunità”.  

Da lì la festa è stata strutturata in diversi modi per coinvolgere tutte le fasce d’età. Il tutto è iniziato il weekend scorso con una notte dedicata agli adolescenti. Il sabato si sono ritrovati in oratorio e attraverso il gioco in scatola “Catan”, riadattato sull’oratorio, i ragazzi hanno riscoperto come l’oratorio sia composto da diversi elementi, ma tutti importanti se li metti in rete tra di loro. Girando per l’oratorio di Pedrengo, gli adolescenti hanno recuperato tutti i pezzi necessari, dalla segreteria alla chiesina, per fare dell’oratorio una casa per tutti. Alla domenica pomeriggio, invece, la festa è proseguita con uno spettacolo di burattini pensato per le famiglie e lungo tutta la settimana ogni classe di catechismo è stata invitata a vivere un momento quotidiano di preghiera per dire “grazie” per il dono dell’oratorio. I più grandi, invece, sono stati raggiunti con una proposta formativa guidata da don Ezio Bolis che ha presentato la figura di San Giovanni Bosco alla comunità adulta. 

A tutti, grandi e piccoli, nella giornata di San Giovanni Bosco è stato consegnato un portachiavi che contiene simbolicamente la chiave dell’oratorio. “La chiave, però, la devi mettere tu -sottolinea don Diego-. San Giovanni Bosco diceva che “l’educazione è cosa del cuore” e Dio ha la chiave”. Questo è un simbolo che lega tutta la comunità all’oratorio perché tutti qui sono invitati a sentirsi a casa sia nell’accoglienza che nella responsabilità. “Ognuno, come in casa propria, si deve sentire accolto, ma anche responsabile dello spazio che vive. I volontari sono preziosi e vanno incoraggianti nel loro fare, nel loro pensare e nel loro essere per l’oratorio. Ciò che desideriamo portare avanti è un oratorio di qualità che fa bene il bene. È uno strumento cristiano che non annacqua la sua identità e che desidera trasmettere il Vangelo ai più giovani. Qui tutti possono mettersi in gioco e donare il proprio contributo per il bene dei ragazzi”. 
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